(NB: E' la mia prima recensione, chiedo scusa per lo stile forse un po' incerto)
Era inizio maggio 2013, da poco 18enne in procinto di svolgere l'esame di stato. Una mattina parlando in chat con un mio amico che durante quel periodo si stava fissando parecchio col genere post punk/new wave e affini, mi passa un link youtube di un brano di una band che non avevo mai sentito nominare prima di allora. Il nome di questa band era Kino e il pezzo in questione si intitolava ''Peaceful Night'' ed era riprodotto su un video musicale che aveva come protagonista il leader della band (scoprì tempo dopo che questo video in realtà era uno spezzone di un film in cui quest'ultimo aveva recitato). All'inizio il brano, seppur suggestivo nella sua atmosfera che accompagnava il video, ad un primo ascolto non mi entusiasmò più di tanto, tra l'altro ciò che mi fece rimanere alquanto basito era che il pezzo non era in lingua inglese come sembrava nel titolo, e non avendo capito subito quale lingua fosse, cercai la band su wikipedia e scoprì che la band era di nazionalità russa (anzi sovietica per essere ancora più precisi). Mi ci volle un ulteriore ascolto per apprezzare il brano, poichè mi colpì parecchio il suo assolo di chitarra, molto semplice da eseguire, ma da brividi, provare per credere. Subito dopo iniziai a cercare informazioni su questa band apparentemente sconosciuta al grande pubblico e probabilmente poco considerata dai più, ma mi basta sfogliare varie pagine, articoli per smentirmi, ma prima di arrivare a questo credo sia necessario definire in breve la biografia della band.
I Kino nascono a Leningrado (oggi San Pietroburgo) nell'allora Unione Sovietica nel 1981, verso la fine dell'era Breznev, in un panorama musicale non molto libero a causa delle censure musicali imposte dal regime comunista che definiva la musica rock come un prodotto del capitalismo. La band era capitanata dall'allora 19enne Viktor Tsoi, cantante, chitarrista e poeta, nonchè autore delle canzoni del gruppo, una figura facilmente accostabile ad un Jim Morrison o Kurt Cobain. il primo album della band si intitola ''45'', così chiamato per la sua durata in minuti e si presenta come un album folk/rock n'roll, molto ben fatto e arrangiato, cosa molto rara per un album di esordio, registrato grazie anche all'aiuto di alcuni membri di un'altra rock band russa famosa ancora tutt'ora esistente, gli Aquarium di Boris Grebenshikov. Dal secondo album: Nachalnik Kamchatki, la band si sposta su sonità post punk/new wave che continua a svilupparsi album dopo album. La formazione stabile della band viene raggiunta nel 1986 e vedono il già citato Tsoi alla voce e chitarra ritmica, Yuri Kasparyan alla chitarra solista (da ricordare la sua ospitata al concerto di Zucchero al Cremlino nel 1990 al fianco di Andrea Braido nella canzone Many Rivers To Cross), Igor Tikhomirov al basso e Georgiy Guryanov alla batteria (anzi semibatteria alla Stray Cats). La band in totale pubblica 7 album (di cui uno uscito postumo allo scioglimento) se si escludono raccolte e live, e ad ogni pubblicazione la fama della band cresce fino a diventare il simbolo di un popolo affamato di cambiamento, a dimostrazione del fatto che ai loro concerti negli stadi erano parecchio seguiti. La storia della band purtroppo si conclude nell'agosto del 1990 con la morte di Viktor Tsoi avvenuto per incidente stradale, aveva solo 28 anni, troppo ''vecchio'' per entrare nel Club 27. Ancora tutt'oggi i Kino, come lo stesso Tsoi sono molto ricordati nelle ex repubbliche sovietiche e le loro canzoni ancora molto cantate e suonate da band locali.
Veniamo alla recensione vera e propria dunque.
L'album che ho scelto di recensire è Gruppa Krovi (il quinto per la precisione). Perchè proprio il quinto direte voi? Innanzitutto perchè è stato il primo album che ho ascoltato di loro, ''Peaceful Night'' infatti proviene proprio da questo disco; E' uno dei migliori dischi della band, nonchè quello che ha definito la maturità del rock russo e infine perchè personalmente è uno dei miei album preferiti in assoluto (e non scherzo). Passiamo ad analizzare i brani:
- Il pezzo si apre con l'omonimo pezzo ''Gruppa Krovi'' che in italiano vuol dire ''Gruppo Sanguigno'' (tra l'altro questo pezzo è stato anche inciso in lingua inglese col titolo ''Blood Type'') probabilmente alcuni di voi già l'avranno ascoltata nella colonna sonora di Grand Theft Auto IV. Si tratta di un inno contro la guerra ed è caratterizzato da intro in dissolvenza, una batteria suonata con un ritmo tipico new wave abbastanza ballabile, giro di basso di poche note che si va ad intrecciarsi con chitarre ben armonizzate, notevole l'assolo finale ripetuto più volte caratterizzato da chitarre elettriche distorte sovraincise, il tutto condito da suoni di tastiera dal sapore goth che molto ricordano gruppi come i The Sisters Of Mercy.
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Il pezzo successivo è ''Zakroy za mnoy dver', ya ukhozhu'' (Close the door behind me, i'm leaving), si presenta con un ritmo molto di stampo synth pop che vagamente ricorda ''Take on me'' degli A-ha; il pezzo si impreziosisce con la presenza di parti di pianoforte e un piccolo assolo di chitarra acustica.
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''Voyna'' (War), altro pezzo sulla guerra, sulla base, in cui si possono sentire percussioni dal sapore vagamente latineggianti, i synth nel mezzo richiamano l'atmosfera di guerra e sofferenza unita alla voce baritonale di Tsoi che sovraincisa nel grido di ''Voyna'' enfatizza ulteriormente l'atmosfera
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''Spokoynaya noch'' (Peaceful Night): si ritorna al pezzo citato all'inizio della recensione, uno dei pezzi più tranquilli e atmosferici. Immaginate di trovarvi in una città russa in pieno inverno a tarda notte, strade piene di neve, gente col cappotto e il colbacco in testa che ritornano nelle loro abitazioni, in giro c'è una bella quiete e l'atmosfera nottura tutta da contemplare. Sul finale un assolo di chitarra eseguito di poche note, poi ripetute un'ottava sopra, ben piazzate da farti rizzare i peli delle braccia. Indescrivibile
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''Mama, my vse soshli s uma'' (Mama, We've All Gone Mad), brano un po' più movimentanto e punkeggiante dove la voce di Tsoi, a tratti un po' incazzata, si manifesta come un grido disperato enfatizzato dall'intreccio della chitarra di Kasparyan e le tastiere.
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''Boshetunmay'' (Alcuni dicono dicono sia un termine che in lingua kazaka dovrebbe significa ''senza testa'' o qualcosa del genere, altri invece dicono che non significa nulla), pezzo in stile reggae costruito su una sequenza di accordi su cui tranquillamente ci potreste cantare ''No Woman, No Cry'', pezzo dall'atmosfera molto allegra, nulla da aggiungere
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''V nashikh glazakh'' (In your eyes), altro brano abbastanza tranquillo in cui Tsoi si cimenta a cantare su tonalità molto basse, a tratti un po' sensuale, dalla traduzione del testo infatti sembra essere una canzone d'amore. Nel brano il basso, accompagnando la batteria, fa da strumento portante, il resto degli strumenti pare essere solo di contorno; sul finale note di chitarra che si intrecciano con le tastiera che finisce in dissolvenza
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''Poprobuy spet' vmeste so mnoy'' (Try to Sing Along With Me), brano con un testo di ribellione dove Tsoi sembra rivolgersi all'ascoltatore ad unirsi a lui, per marciare e cantare per un domani migliore. Della base nulla da dire, coerente con lo stile degli altri brani
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"Prokhozhiy" (Passerby) brano dal ritmo di batteria suonato con attacchi molto duri, basso molto prevalente e chitarra in alcuni punti dal sapore ''robotico''. Atmosfera molto allegra, caratterizzati da cori quasi in falsetto che attaccano dopo la strofa. Verso la fine si possono udire dei suoni campionati (provenienti probabilmente da qualche film o cartone animato)
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"Dal'she deystvovat' budem my!" (We Will Continue to Act!), c'è poco da dire, altro brano in linea con lo stile degli altri brani e un altro testo che incita alla ribellione
- L'album si conclude con ''Legenda'', brano eseguito con solo chitarra clean, grancassa echeggiante, suono di synth e organo che conferiscono un tono ambient al pezzo, la voce di Tsoi è la ciliegina sulla torta. Il brano, così come l'album si conclude su rumori campionati che a primo acchito sembrano spari di fucile e gente che urla, mentre negli ultimi secondi continua a echeggiare la grancassa della batteria fino a chiudere da solo a rumori svaniti, quasi come se volesse simboleggiare un cuore che batte, o che sta smettendo di battere...
Un album davvero maestoso a mio avviso anche se molto probabilmente non tutti riuscianno a mandarlo giù, così come tutta la loro musica, ma vi consiglio comunque di darci un ascolto, magari anche più di uno. Se assaporato con attenzione sono sicuro che saprà farsi apprezzare, anche perchè credo che la bella musica non debba essere necessariamente cantata in inglese (o italiano, francese, spagnolo, tedesco, fatevi voi insomma)
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