Pubblicato circa sei mesi fà il disco d'esordio di Kirsten Morrison, svela un'artista colta, duttile e di grande talento. I suoi approfonditi studi musicali, tra i quali un diploma per musica per film, le permettono di sfoggiare una dimensione musicale inedita e sofisticata. I brani, molto omogenei, sono un pastiche di folk anglosassone, strumentazione lo-fi, elettronica e musica classica, dato che è soprano e interprete di diverse opere liriche. Se a questo quadro si aggiunge che la Morrison collabora sia in studio che in tour con la streghetta della New Wawe Lene Lovich, lo spiazzamento è totale! Autrice di molti jingles, sigle televisive e colonne sonore, oltre che di opere liriche come "Songs of Alchemy", Il suo approccio al canto in questo "Proserpine's Gold" è quello di una cantante di repertorio classico prestata ad un crossover personale sul quale convergono le varie anime di questa poliedrica artista. Nel suo universo sonoro un bolero affianca una marcetta medievale, oppure ecco il canto di un gufo introdurre una danza pagana, vivace e tetra allo stesso tempo, il suono del carillion e un' arpa accompagnano la sua voce espressiva in un altro brano dal vago sapore russo o nord europeo. Insomma le eccentriche magie musicali di Kirsten sono l'anima del disco, l'ispirazione per i testi le viene da poeti e artisti come Byron, Rimbaud, Coleridge ed Edgar Allan Poe, e il bel brano finale che sembra un canto di sirene, anche se è intitolato "Solar Flare" riassume lo spirito visionario ed evocativo dell'affascinante debutto discografico di Kirsten Morrison.
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