Far parte dei Kiss non deve essere la cosa più facile al mondo, soprattutto quando sei al massimo della fama. Pochi gruppi – forse nessuno – sono riusciti ad ottenere così tanto successo in così poco tempo. A conti fatti la fase dorata del gruppo si limita al periodo 1974-1977, con il (fintissimo) doppio LP dal vivo “Alive II” a chiudere il cerchio. Dopo di quello verranno alti e bassi, mille cambi di formazione e tanto revival.
Nel 1978, con i quattro all'apice e ormai ai ferri corti, la Casablanca Records fissa la pubblicazione di un album solista per ognuno di loro. I 33 giri verranno pubblicati tutti lo stesso giorno, le copertine saranno curate dallo stesso disegnatore e gli inserti saranno simili, in modo da sottolineare come tutto rientri all'interno di un'unica grande operazione. Il marchio Kiss, naturalmente, sarà riportato ben in evidenza, anche si tratterà di dischi in solitaria a tutti gli effetti: decidete voi se si tratta di una mega-marchetta o se siamo di fronte a del genio puro.
Ufficialmente il tutto era stato voluto per far sì che ognuno dei quattro mascherati potesse esprimersi al meglio, lontano dalle solite pressioni (come no...), ma i soliti beninformati dicono che tutto fosse già stato organizzato da tempo. Morale della favola: si tratta di far lavorare la gallina dalle uova d'oro senza farla crepare dalla fatica.
L'operazione va in porto a Settembre 1978, con i quattro LP finalmente nei negozi: inutile dire che il successo dell'operazione è clamoroso. L'album che venderà meglio sarà quello dello “Spaceman” Ace Frehley. Se il Nostro ai tempi è già un chitarrista molto apprezzato, le possibilità di mettersi in mostra alla voce, anche a causa di una certa ritrosia, sono state poche, tanto che si era dovuto aspettare fino all'anno precedente per sentirlo dietro il microno (“Shock Me”). Per l'occasione fa le cose in grande stile, suonando praticamente tutti gli strumenti, venendo affiancato solo da Anton Fig, futuro collaboratore degli stessi Kiss, alla batteria e da un paio di altri turnisti.
Puntina sul 33 giri e si parte col botto: “Rip It Out” mostra ritmi “quadrati”, grande tiro, belle melodie e, naturalmente, assoli di chitarra a profusione. “Speedin' Back To My Baby” conferma la vincente formula del pezzo precedente, con il tutto impreziosito da cori femminili. La prova di Space Ace alla voce è convincente, nonostante la poca esperienza. Se “Snow Bblind” mette in mostra le doti di Anton Fig, ben più di un semplice turnista da studio, “Ozone” è l'ennesima dimostrazione del talento di Frehley, sia alla voce, carismatica e riconoscibile, che, ovviamente, alla sei corde, con tanto di assolo in odore di Thin Lizzy.
Procedendo con l'ascolto ci si rende conto non solo di come la chitarra di Frehley fosse parte integrante del suono dei Kiss ma di come fino a quel momento le sue possibilità di esprimersi fossero state decisamente limitate. Inutile dire che dopo il suo abbandono la musica del gruppo cambierà irrimediabilmente.
Tra i momenti migliori dell'LP c'è sicuramente “What's On Your Mind”, che raccoglie tutti gli elementi che fanno di questo debutto solista un grande lavoro, con melodie trascinanti e ritornelli da cantare a squarciagola. “New York Groove”, scritta da Russ Ballard e già portata al successo qualche tempo prima dagli Hello, mostra il lato maggiomente melodico di Space Ace, grazie ad un brano che, infarcito di cori femminili, riporta alla memoria certe atmosfere del Meat Loaf dell'epoca. Non aggiunge molto a quanto già fatto la successiva “I'm Need of Love”, che contiene comunque un buonissimo assolo, di quelli che, per intendersi, molto spesso venivano tagliati senza troppe cerimonie dagli LP dei Kiss. Ci si avvicina verso il gran finale con “Wiped-out”, che riconferma quanto di buono già ascoltato. La conclusione è affidata allo strumentale “Fractured Mirror”, lento e atmosferico, prova di come Frehley sappia esprimersi su più registri.
Il disco sarebbe stato un successo, esperimento perfettamente riuscito di un musicista senza freni e libero da qualsiasi impedimento. Tanto il 33 giri lasciava stupiti per le grandi doti del suo protagonista quanto faceva intendere come quel carrozzone fatto di fuochi d'artificio e maschere dovesse ormai iniziare ad andargli stretto. Il primo a mollare i Kiss sarebbe stato Peter Criss, nel 1980, seguito a ruota dallo stesso Frehley un paio di anni più tardi. Con l'abbandono del Catman, ma soprattutto di Space Ace, se ne sarebbe anche andata l'anima più sincera e marcatamente rock del gruppo, che dal quel momento in poi sarebbe andato avanti incentrato sulla sola coppia Simmons-Stanley, senza mai bissare i fasti degli anni d'oro. Messi in piedi i Frehley's Comet negli anni Ottanta, l'astronave di Space Ace sarebbe poi rientrata alla base con la clamorosa reunion dei Kiss durante il decennio successivo, per tornare poi a dedicarsi nuovamente a dischi in proprio in tempi più recenti.
Pronti a partire per lo spazio?
- Rip It Out
- Speedin' Back To My Baby
- Snow Blind
- Ozone
- What's On Your Mind?
- New York Groove
- I'm In Need of Love
- Wiped-out
- Fractured Mirror
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