Kiss : Alive II (1977)

You want the best you got the best, the hottest band in the world... Kiss

E DAMOJELO STO Telegattone alla carriera ai Kiss, in questo famoso live album.

Nati nel 1973 sugli epigoni del glam, i Kiss estremizzano a casaccio o ad arte il teatro kabuki e il grandguignol delle maschere rock di Alice Cooper, delle N.Y. Dolls, di Bolan, Glitter, Bowie e soprattutto gli Slade buttandosi in una miriade di concerti a New York fino al sospirato primo contratto...dà lì una inarrestabile escalation delle charts. Gli ingredienti critici della più trita americanata ci sono tutti: bubble-gum rock per 13enni, testi sessisti, impegno da working class hero allo sbando, power chord a volontà. It's only rocknroll...but I like it.

E diciamo la verità americana vera: in USA chi sentiva Dylan a quei tempi o certo rock impegnato considerava i Kiss alla stregua dei Cugini di Campagna nostrani, ossia fenomeni deteriori di malcostume. E' così, bisogna cercare di sapere almeno una volta nella vita da dove veniamo, chi siamo, etc... il disimpegno non è un fatto indegno nella musica popolare, anzi talvolta è funariamente TANTO LIBBERATORIO.

Coi Kiss il rock si ferma ai 13 anni di ognuno di noi ha nel cuore: il problema di questi concerti-gruppi da albero di Natale è che tanta gente ci sta ancora sotto, direbbero al bar da Sergio sotto casa mia. I Kiss sono un gruppo molto amato e denigrato allo stesso tempo, demolito da certi critici (il solito pontifex Scaruffi che trova fondamentale il vetusto e burino-gringo-qualunquoide rock di Springsteen o innovatori i monocordi N.Y.Dolls: ovviamente disprezza e deprezza Bowie e peggio i Kiss; segnalo pure che Scaruffi era a favore della guerra in Iraq, vedi suo sito capisci personaggio. I Kiss faranno il botto in Europa nel ‘79 con 'Dinasty', e i due memorabili tormentoni delle feste da ballo e dei Juke -box del periodo erano I was made for lovin' you, e Sure know something - ve lo ricordate il basso di Gene a forma d'ascia nel video omonimo? Nulla resterà impunito! - Allora, lo dico personalmente, erano impressionanti le canzoni di quell'album, avevano un tiro...

Ho scelto 'Alive II' perché i Kiss sono al top della carriera, prima della svolta disco, più parrucconi, truccati e zatterati che mai, e dai video di repertorio avevano un live stage incredibile per quei tempi. Le canzoni sono spesso scheletriche, elementari, e siamo un po' lontani da velleità poetiche dei gruppi anglosassoni e italici, ma la forza dei Kiss è proprio in questa semplicità dei rocknroll groove: il drumming potente e raffinato di Peter Criss-cuola -simm'e napule paisà!- e le ritmiche di Stanley e Simmons fanno un muro di suono mescolando Stones, Black Sabbath, MC5, e infine Ace Freehley, un solista veramente spaziale, completa la band. Freehley meriterebbe una nota a parte, è lui l'anima meno scontata e più lunare dei Kiss.

Si decolla con Detroit Rock City e King Of The Night Time World, e poi una gragnuola di anthems indimenticabili, di cui ricordo Christine sixteen, Ladies Room, la deliziosa rodstewart style Hard luck woman, poi la romantica Beth, e I stole your love, con quel riff micidiale, l'inno femminista Love Gun, Shock me condita con riff T.Rex flavour con assolone orgasmico di Freehley, e la glemmarola Shout It Out Loud che chiude il live.

Il quarto lato è tutto di studio ma se è un live non si capisce pourquoi: segnalo l'ignorantissima All american man, il piccolo omaggio di Gene Simmons ai Beatles di Back in the USSR con Rockin'in the Usa, e infine il corale Anyway you want it, vecchio hit anni 50.

 

Valerio Rivoli

 

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