1983: fine di un'epoca per i KISS. 

I successi di "Alive!" (I e II) e "Destroyer" sembrano lontani anni luce e gli ultimi lavori come "Music from the elder" e "Creatures of the  night", per quanto artisticamente validi, si rivelarono dei disastri commerciali. A quel punto i Kiss (che evidentemente erano sotto pressione come la tazza del cesso di Galeazzi) tentarono di risolvere la situazione con una decisione drastica e a sorpresa: abbandonare lo storico make up e proporsi al pubblico con un nuovo sound ovvero quello dell'hair metal che tanto in voga sarà durante gli '80 e di cui i kiss saranno i precursori.

"Lick it up" si propone quindi come il disco della rinascita e cosi sarà almeno da un mero punto di vista commerciale; in realtà il disco non è proprio un capolavoro nonostante l'opener "Exciter" faccia presagire il contrario: un oscuro intro di chitarra crea una sensazione di attesa fino all'esplodere della batteria e all'ingresso dello Starchild che qui dimostra (ancora una volta) di avere una grande apertura vocale, cantando a tonalità molto alte; ottimi i refrain e buon assolo di Vincent anche se ancora una volta si ha la sensazione che stia suonando con le catene ai polsi, e che quindi non riesca ad espimersi al 100%. La seconda traccia "Not for the innocent" è un buon mid-tempo cantato dal demone ma è già un passo indietro rispetto ad "Exicter"; "Lick it up" diverrà una hit, riproposta tutt'ogi in sede live, ma è una canzone mediocre; "Young and wasted" è un hard rock bello spinto ma poi lascia spazio allo scialbo riempitivo "gimme more"; "all hell's breakin loose" prosegue sulla falsa riga di "Lick it up" ma perlomeno è un pò più varia e vanta un refrain e ritornelli ruffiani che ti si stampano subito in testa al primo ascolto. A metà disco arriva finalmente una canzone degna di nota, "A million to one", una semi-ballad dal suono piuttosto potente che sfocia in un bell'assolo di Vincent; ottima prova dello stellato, sempre a sou agio con le ballad. A mio parere questo è il punto più alto del disco e fine "ufficiosa" dello stesso: il disco, infatti, prosegue con "Fits like a glove", oscena letteralmente e musicalmente (l'ho skippata in 1 secondo e 1/2, credo sia un record); "Dance all over your face" è una canzone trascurabilissima, mentre ad una modesta "And on the 8th day", spetta il compito di chiudere il disco.

Disco in definitiva non riuscito, che lascia l'amaro in bocca in quanto incapace anche solo di sfiorare le vette qualitative delle precedenti release, qualità sacrificate nel tentativo, comunque riuscito, di proporsi ad un nuovo pubblico in grado di accettare il sound che accompagnerà i Kiss per tutti gli '80 e anche i primi '90 fin  quando, l'effetto nostalgia canaglia non farà ritornare la storica formazione originale assieme ancora un volta per dar vita a "Psycho circus"; ma questa è decisamente un'altra storia...

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