Inizio agosto in città, tutto chiuso, già tutti in vacanza, perfino il punto ascolto della fnac ha la saracinesca giù e riapre il 20...
Mi ritrovo con questo dischetto fra le mani, packaging in cartonato che più minimale non si può. Che fare? Mentre cammino verso le casse mi dico per l'ennesima volta che forse la devo smettere di comprare i dischi per la copertina. E poi chi diavolo sono 'sti Klang? Donna Matthews... Questo nome mi dice qualcosa... ma cosa?
A casa. Tiro la corda del lettore cd e già dalle prime note capisco che non la smetterò mai di comprare dischi dalla copertina, perché poi mi capita di trovare dei dischi come questo che è proprio quello che avevo voglia di ascoltare e per me a trovare dischi come questo, così, a naso, (o a occhi e a dita) c'è ancora più gusto.
Ma che genere è? È lo-fi (ma quanto mi piace il lo-fi!) post-rock. È new wave, ma ridimensionata, non veramente cupa, solo bene bene in ombra. Joy Division molto più morbidi e Cat Power molto più scarna e slavata.
E Donna Matthews? E beh, era chitarrista nelle Elastica, (band che si è sciolta nel '99 come una pasticca nell'alcool) che dopo essersi ritrovata è tornata con Isabel Waidner (basso e synth) e Keisuke Hiratsuka (batteria) a fare un po' di rumore, ma non troppo. Klang-ore sì, ma lieve.
Registrato quasi tutto in casa, No Sound Is Heard è un mini album fatto di 9 piccoli brani, registrati in "presa diretta" con tutti gli errori e imperfezioni che possono capitare "ma in fondo perché non ce li lasciamo?" devono essersi detti.
Desolato ma non triste abbastanza perché in fondo la batteria di Hiratsuka è sì scarna ma pure delicata e il cantato della Matthews è sì punk nell'attitudine ma gentile nel timbro e anche i testi che parlano di incazzature e sconforto sono filtrati dalla macchina da scrivere, in minuscolo.
È uscito a maggio del 2004 per la mini etichetta dal bellissimo nome: BLAST First (petite).
Scarno, piccolo e grezzo.
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