Mi viene proprio da pensare che ognuno di noi, dopo una vita più o meno intensa, abbia la faccia che si merita. Se è risaputo che spesso e volentieri i politici hanno la faccia come il culo (scusate il francesismo..), per certe persone il volto è veramente un biglietto da visita. E l'apparenza può non ingannare. A me, per esempio, non appena vedo la foto o qualche pellicola in cui recita Klaus Kinski sorge spontaneo un moto di repulsione istintiva,manco incrociassi un'anaconda, una vipera o una tarantola . Sarà per quella sua aria da crucco invasato tendenzialmente nazi (e noi italiani abbiamo qualche vecchio conto in sospeso con i teutonici fin dai tempi delle invasioni barbariche..) ma per me Kinski è l'incarnazione perfetta del male, inadatto per l'Oscar per la simpatia e per ruoli comico brillanti . Al punto che quando lo vedo, nel film "Per qualche dollaro in più" di Sergio Leone, finire ucciso dal bounty killer impersonato dal grande Lee Van Cleef mi sorge spontaneo il pensiero "un lurido figlio di buona donna in meno" . Un pensiero certamente poco cristiano ma, come dimostrato da millenni di storia, non tutti i figli di Dio meritano di finire bene. E non va meglio in altri western spaghetti e film di grande livello diretti da Herzog: l'attore tedesco è così irritante da farmi desiderare che qualcuno lo tolga di mezzo, liberandoci della sua mefitica presenza
E d'altronde, nella finzione artistica come nella vita , la presenza del male è inevitabile come metro di misura per il bene, in modo da avviare una sana competizione fra i due poli e con l'auspicio che quest'ultimo abbia la meglio. E finché è stato in vita (ha tirato le cuoia nel 1991 e dati i suoi precedenti Dio avrà pensato bene di metterlo a mollo per l'eternità nelle acque dello Stige infernale .) l'attore Kinski è stato un insuperato caratterista per certi ruoli da carogna.
In questa sua lunga carriera merita comunque di essere ricordata l'unica volta in cui si è cimentato nella regia ovvero con "Kinski Paganini" realizzato nel 1989 e distribuito l' anno successivo (l'ho scovato qualche giorno fa su YouTube) . Il film lo vede nei panni del grande violinista ottocentesco che, in una vita di intensa applicazione musicale, lo vide riscuotere un grande successo (particolarmente fra il pubblico femminile) a compensazione di vari malanni che afflissero la sua salute..Purtroppo , l'intera vicenda è resa dal novello regista Kinski in modo abborracciato e caotico. Fra confusi flash back, scontate riprese esterne fra le calli veneziane e le campagne intorno a Parma, assistiamo alle peripezie erotiche dell'artista Paganini , oberato da debiti, intento soprattutto a soddisfare le sue voglie con il maggior numero di donne (alcune di queste pure prese da furori masturbatori all'ascolto della musica del violinista), manco fosse un indomito stallone infoiato adatto per una opera alla Tinto Brass. La pellicola procede così e finisce con il fornire una visione epidermica e riduttiva del protagonista che fu un grande musicista geniale, come se fosse un antesignano delle rock star (tanto per dire ci sarebbe un altro virtuoso musicista più recente come Jimi Hendrix , valente chitarrista e noto anche per certe abilità amatorie, ma così si realizzerebbe un film altrettanto superficiale..).
Insomma, pur salvando il commento musicale che ci propone il meglio di Paganini,, ho avuto l'impressione che Kinski si sia cimentato in un'impresa più grande di lui, al punto di mettere a nudo un genio musicale per certe passioni dei sensi, del tutto condivise anche da Kinski dentro e fuori dal set (gli amplessi filmati sono molto crudi, fra le attrici figura la sua amante Deborah Caprioglio.. ). Resto quindi con tutte le mie riserve verso Kinski e, considerando che qualche anno fa la sua prima figlia rivelò nell 'autobiografia di essere stata abusata dal caro paparino fin da quando lei aveva solo cinque anni, non appena lo vedo in qualche suo film penso "coraggio, ammazzate il crucco! "
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