Che cosa ci fa un titolo in spagnolo e che sa tanto di spaghetti western, "Gringo Nero", in apertura di un lavoro del teutonico Klaus Schulze? Semplice, annuncia il cambiamento, la coraggiosa evoluzione di un musicista giunto con "Beyond Recall", uscito nel 1991, al ventitreesimo album della sua imponente discografia. Ad ascoltarlo poi, questo "Gringo Nero", ci si imbatte in altre sorprese come il timbro di chitarra flamenco che si produce in quattro assoli distribuiti lungo i 27 minuti scarsi di durata del brano. Naturalmente, non di chitarra acustica trattasi ma di un timbro campionato che l'elettronico Schulze ci restituisce attraverso le sue tastiere.

Suddiviso in una decina di episodi, questo riuscito pezzo alterna il tema ricorrente offerto dalla chitarra campionata ad assoli atmosferici di synth, a intermezzi in cui voci maschili e femminili in preda a un accaldato erotismo fanno la loro fugace comparsa, a una ricca percussione in cui tom-tom, piatti, hi-hat (o meglio: il loro simulacro digitale) e squittii nervosi contrappuntano i suoni; infine, a un effettismo notturno e giunglatico popolato da barriti di elefanti e dal frinire dei grilli.

La costante variazione e la continua alternanza di temi, spunti musicali e sonorità costituiscono la caratteristica principale di tutto il lavoro, non solo del brano di apertura. Sono infatti altre quattro tracce, di durata compresa tra gli 11 e i 14 minuti, a confermare le felici invenzioni presenti in questo album: l'ultimo disco uscito su vinile per Schulze, e senza "Gringo Nero" che è una bonus track nell'edizione in cd. Così si va dal pianoforte digitale di "Trancess", autentica carrellata sull'esuberante fantasia del tedesco, all'atmosfera quasi jazz di "The Big Fall", al violoncello e percussioni che si intravedono in "Airlights" e nel suo finale rumoristico. Un solo brano ricorda lo Schulze degli anni '70, ed è un cristallino arpeggio realizzato con un sequencer e intitolato, di... conseguenza, "Brave Old Sequence".

Ma i tempi in cui il musicista tedesco costruiva un sostrato armonico e ci teneva lì, per mezz'ora a brano, improvvisando assoli, sono lontani. Con "Beyond Recall", Klaus Schulze spinge ancora in avanti la sua creatività: oltre il ricordo di sé.

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