Klaus Schulze (1947) è da considerare come uno dei compositori che ha fatto la storia della musica elettronica del secolo scorso. Inizia la carriera come batterista nei mitici Psy-Free, un gruppo psichedelico di Berlino Ovest fortemente radicato nel clima culturale ribelle della contestazione giovanile del ’68. Dopo aver suonato la batteria con i Tangerine Dream in “Electronic Meditation” (1970) ed essersi unito ai leggendari Ash Ra Tempel donando lustro a dischi come il primo “Ash Ra Temple” (1971 - ancora alla batteria) e “Joyn Inn” (1973) dove suona il synth in “Jenseits”, il musicista tedesco pubblica infine il suo disco d’esordio “Irrlicht” (1972).

Irrlicht” è ancora oggi una pietra miliare: Schulze, con dei mezzi amatoriali e utilizzando dei suoni di un’autentica orchestra, ha composto una sorta di sinfonia elettronica impressionante che trasporta la mente dell’ascoltatore verso stati di percezione “alterata”. Un album in cui si sentono le influenze di Gyorgy Ligeti così come dei minimalisti Steve Reich e Terry Riley.

Irrlicht”, come ammesso dallo stesso musicista tedesco, ha molti elementi di musica concreta , in quanto all'epoca non possedeva ancora un vero e proprio sintetizzatore. Le sonorità sono cosi' originate da un organo volutamente modificato e dall'apporto di una vera e propria orchestra (la Colloquium Orchestra di Berlino) che viene "filtrata" in studio e il cui suono è quasi impercettible: questo stratagemma geniale permette di immergere cosi' l'ascoltatore in un vero e proprio "trip" , un’allucinazione sonora e "aliena" senza fine.

L'album si apre con l'atmosfera di tristezza cosmica di "Ebene": i violini dell'orchestra creano un’atmosfera decadente e “wagneriana” senza tempo: poi l’organo ci conduce ad altezze vertiginose sollevandoci letteralmente da terra in maniera quasi sacrale.

La successiva e breve “Gewitter” è caratterizzata ancora dalle sonorità dell’organo mentre sullo sfondo si possono ascoltare riverberi elettronici alieni.

L'altro pilastro dell'album è "Exil Sils Maria" in cui un lungo “drone" simula il viaggio di un aereo ad altezze “cosmiche”: la sensazione è ipnotica e straniante e non ci si vorrebbe più staccare da questa musica.

Irrlicht” suona ancora oggi attuale e fresco e rimane probabilmente il lavoro più coraggioso e geniale di questo muscista. Infatti con il successivo "Cyborg" (1973), magniloquente sinfonia per orchestra e synth, l'elettronica diventerà più leggera anche se sempre di gran classe e gusto. Da qui in avanti Schulze pubblicherà una discografia sterminata che lo vede ancora oggi protagonista pur fra alti e bassi. In ogni caso tutta la sua produzione degli anni ’70 è degna di rilievo: dal “wagneriano” “Timewind” (1975) al surreale e cosmico “Blackdance” (1974 - personalmente il mio preferito) al il classico “Moondawn” (1976), il crepuscolare “Mirage” fino a il coraggioso doppio “X” (1978).

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