Ringrazio Erika che mi ha fornito gli input di trascendenza impersonale per una visione di bellezza, armonia e pace, e Francesco per l'incommensurabile appoggio terreno e astrale.
"Koan è una tigre ruggente. Il ritardo è la sua virtù. La stabilità è il suo principio. Mani indifferenti toccano le nuvole. Alla fine l'inizio arriva senza promesse".
Non ci si può considerare evoluti quando non si è acquisita una totale compassione per tutto. Per cambiare il mondo e vivere un'umanità vera il sistema abbisogna di un cambiamento tramite un lavoro certosino e spietato su se stessi. Per dirne una, noi siamo sotto scacco di un boomerang che ritorna amplificato, la violenza amplifica violenza, il dolore crea dolore. Se uno vuole questo, okay, continuiamo a nutrire Moloch, ma mi sa ci converrebbe operare diversamente puntando su un innalzamento della coscienza collettiva.
Ed ecco che il giochetto piramidale è un ostacolo a qualsiasi grado di levitazione e si scopre una grande fregatura a lungo periodo. I nostri risparmi animici verso una crescita attraverso la progressione della conoscenza si cerca in tutti i modi di deviarli e incanalarli in un imbuto-piramide dove le cose funzionano senza la seconda parte speculare della costruzione, e si resta incompleti continuando a nutrire la parte ingannevole del π: la risoluzione di un Koan può instradare a visioni superiori dell'essere. Dalla base al colmo, la salita come una crescita ma la strada dovrebbe continuare a funzionare al contrario.
Cosa si vuole? Il distacco e l'isolamento dell'ego o l'apertura all'Unicità? La clessidra si frequenta facendo scorrere la sabbia dal basso verso l'alto, la conquista della vetta passa per la padronanza della vita materiale per poi lanciarsi, da quella strozzatura che centellina i granelli di sabbia, verso la base infinita del nostro essere nella parte impersonale della piramide rovesciata, dove non ci sono appigli che ti trattengono al piano terra.
Come costruttori noi creiamo la realtà e potenzialmente esistono diverse realtà, ma usando le nostre energie andando contro qualcosa di male, per assurdo fomentiamo dualità col risultato di creare quello a cui ci contrapponiamo. Più pensiamo ad una cosa più la rendiamo tangibile. Bisognerebbe ripulire i nostri pensieri da tutte quelle scorie che portano all'identificazione e creare un mondo migliore. Fermarsi, arrendersi, usare le energie e creare un mondo dove non c'è sofferenza. E l'allievo chiese al maestro: "Come si arriva all'illuminazione?" E il maestro: "Facile, non devi pensare alle scimmie". E da quel momento indovinate un po' voi a cosa iniziò a pensare l'allievo?
Il pensiero crea e la parola materializza, non immediatamente per fortuna, ma funziona così. Non è facile per nessuno fermare i pensieri, ma è l'unica strada... E questo disco si adatta alla sospensione dei pensieri che ci è fondamentale per l'apertura di visioni di vita reale. E quando un po' di invisibile che ci circonda si palesa sono sicuro che è accompagnato da questa musica che, vivaddio, non ha niente a che fare con campanellini e cinguettii di quei morti di sonno frequentatori della New Age.
Vedo le (im)posture che assumete quando iniziate a sentire questo lavoro ma su questo c'è solo una postura da adottare: la posizione del Faraone, quella col sorrisetto, poi riciclato dal Vinci. Con la "Visualizzazione del Tempio" ci abbeveriamo a questa fonte di verità e tutto ci è più chiaro, siamo liberi da coercizioni corporali, ci beatifichiamo nel non pensiero. L'immediato ci svela la vita reale. "Siamo di qua, siamo qui nella Luce! Non ho bisogno di nulla. Il Cosmo è nostro, la nostra mente è pura". Siamo nel nostro giardino, il luogo dove depositiamo il "Bene", la nostra vera banca. Per guadagnare frequenza, nella scala dell'energia dello spirito, si usufruisce della meditazione del Tempio, allontanando i pensieri che con la loro pesantezza abbassano la nostra frequenza.
L'ascolto suggerisce un distacco dal razionale convenzionale gettando un approccio nel ricercare la zona del non pensiero in ognuno di noi dove tutto va come deve andare ed escluda interferenze depistanti dell'ego proponendo lo sfanculamento del senso del possesso e del desiderio. "Proteggimi da quello che desidero", come preghiera. Tantoché la proposta musicale risulta cinica nella sua secchezza d'esplorazione.
Facciamo decantare l'alone allettante di "assenza" e ascoltiamo al meglio della nostra invisibilità questa sparizione. Il ponte è gettato e la gioia impersonale per questo contatto è accompagnata da queste arie che come un uragano inondano l'anima. Klaus Wiese & Co. con questa "musica" regalano momenti ineguagliabili di un misticismo trascendentale che ti trasla in regioni assolute dell'esistenza. 'Na bella botta...
Carico i commenti... con calma