Qui si racconta di come Orsetto si trasformò da icona tardo freak a bellone post punk...
Ma anche di un mangiadischi perso nelle memorie infantili...di una cassettina c46 di misteriosa provenienza...E di quattro fanciulle... più altre quattro ancora...
E queste altre quattro ancora son le protagoniste musicali di questa storia. Si facevano chiamare Kleenex (nome appropriato e giustissimo, come sovente capitava ai tempi del punk) e venivano dalla Svizzera.
In Svizzera io ci sono stato una volta per dieci minuti, ma non trovando parcheggio son tornato subito indietro...E non crediate che questa sia una battuta...Eppure la Svizzera in questa storia è importante...tanto per cominciare la madre di Orsetto era di Losanna e anche la cassettina c46 veniva da quelle parti....
Ma andiamo con ordine...
E partiamo dal mangiadischi, quell'oggetto favoloso e stupendamente gracchiante che all'epoca era posseduto solo da mia cugina Edera, nome anch'esso piuttosto appropriato, visto che Edera era avvinta come da copione.
Ah, come fosse ieri la rivedo adagiata sul pavimento, avvolta da tutto un brillio di stelline ormonali, intenta a nutrire di cibo nostrano e alla buona (Celentano, Ranieri Morandi) quell'aggeggio colorato e insaziabile...
E accanto a loro (cugina e aggeggio) se ne stava sdraiata anche mia sorella, e persino lei, un tipo solitamente freddo e precisino, assumeva quell'aria da “cosa vuol dir sono una donna ormai”...che le stelline avvolgevano anche lei...
Quel che mancava, per rendere perfetta la scena di perdizione, era il materializzarsi di un losco figuro, magari un satiro dei boschi o, ancor meglio, da fotoromanzo, per trascinarle all'inferno che meritavano...Perché l'inferno se lo meritavano davvero, visto che mi lasciavano sempre in disparte...
Ma non c'era nessun satiro...C'ero solo io, piuttosto confuso, piuttosto in estasi...E c'era solo quella stanza...E il solo peccato, la sola libertà era nel loro ridacchiare, nella dolce e spettacolare frenesia che le agitava.
Che tutto era un incanto, quei sussurri e quel vociare eccitato ... i coretti e le canzoni sceme...E lo era ancor più se uscivo dalla stanza e ascoltavo quelle voci esiliate dai corpi... tutto era una musica che in quel momento solo io potevo ascoltare...la musica di quelle due, oltre a quella del mangiadischi che era rosso, come un favoloso occhio di fuoco. Un favoloso occhio di fuoco in mezzo alla stanza.
Ma ora passiamo a Orsetto. Al prima e al dopo.
Il prima: immaginate un giovane Klaus Shulze, solo un un pochetto (OK. magari più di un pochetto) più paffuto. La sua invernale tenuta d'ordinanza era il cappottone bianco sporco (di renna?) lungo fino ai piedi, tutta una serie di gingilleria tardo freak (anelli, borse e sciarpe colorate), il capello liscio e lunghissimo e l'immancabile sguardo azzurro..
Un azzurro dolce però, che il nome, Orsetto, non era a caso.
Insomma, un bellissimo esemplare estetico, un quarto animaletto, un quarto eschimese, un quarto freak, un quarto tamarro kraut rock.
Per il dopo bisogna raccontare di una vacanza all'Isola d'Elba.
Li Orsetto conobbe due fanciulle (solo due fanciulle potevano convincerlo a tagliarsi i capelli)...E quelle due poi, quelle due erano svizzere... e, rapide e impavide come dee di passaggio se lo puntarono, se lo ghermirono, se lo ingoiarono...E poi infine lo risputarono tutto nuovo, una specie di enorme gattone leccato e ripulito dalla mamma...
Oh, Orsetto, quando ti penso ti rivedo ancora lungocrinito e col cappottone di renna, e questa è l'immagine con cui voglio consegnarti alla storia.
Che voi lettori non potete neanche immaginare come fosse favoloso prima della cura...ah era un improbabile dio nordico solo leggermente sovrappeso!!!
Che poi si fosse fermato ai capelli, no i capelli furono solo il primo atto!!!
Che, qualche mese dopo, una stalinista dagli occhi di fuoco, ce lo riconsegnò bellino, bellino, privo di ogni ammennicolo tardo freak e pronto per le pagine di Vogue, sezione dark wave.
Anche lei, ovviamente, dopo averlo puntato, ghermito, ingoiato e risputato
Che poi, le due dee di passaggio non si limitarono al sacrilego taglio di capelli, oh no!!!...assolutamente no...
A scopo rieducativo gli avevano infatti consegnato i favolosi reperti del nuovo verbo, il punk (o post punk?) svizzero.
Oh si, Orsetto si presentò a me, il suo migliore amico, armato di una cassetta che aveva in copertina il sovrappiù di un cuoricino rosso. Rosso come il giradischi occhio di fuoco. La musica li contenuta era, ovviamente, un misto delle Kleenex. Anzi non delle Kleenex, ma delle Kleenex/LiLiPUT.
Che arrivate a Londra, grazie all'interessamento del solito John Peel, e raggiunto un minimo di notorietà, la Kleenex (quella dei fazzolettini) minacciò di agire legalmente, costringendo le ragazze a cambiar nome.
Scelsero LiLiPUT, a significar qualcosa di piccolo...piccole squaw, piccole bambine...
Ecco la cassettina conteneva canzoni di entrambi i periodi e anche il quarantacinque giri oggetto di questa recensione, “Ain't you”/”Hedi's head”.
Che, “Ain't you” e “Hedi's head”, son canzoni dove c'è una specie di lieta follia e un incredibile aria di gioco.
Una sorta di ABC post punk al massimo della freschezza, il suono diseguale e spezzato, vocette femminili che si richiamano e si rincorrono, testi iper ritmici con sillabe salterine che si ripetono ossessive o saltano di palo in frasca.
I testi sono una delle cose più interessanti. Le Kleenex, pur conoscendolo poco, scrivevano sempre in inglese e sceglievano le parole per via del suono più che del significato...
Il risultato è una meravigliosa insensatezza, che richiama sia la lingua di Little Richard (a wop bop aloo bop,a lop bam boom) sia, del tutto inconsapevolmente, la distruzione Dada del linguaggio. Oppure quelle voci esiliate dai corpi che io sentivo provenire dalla stanza del mangiadischi rosso: i sussurri, il vociare eccitato, i coretti, il ridacchiare...
Certo mia cugina e mia sorella avevano la pila dei fotoromanzi ammonticchiati e le Kleenex in “Hedi's head sembrano bambine che stan tagliando la testa ad una bambola, ma non fa nulla.
No, decisamente non fa nulla...
Su questa musica spira anche un leggerissima aria teutonica...non kraut rock, teutonica. Sarà forse l'accento delle ragazze, oppure l'ombra della regina cattiva di Biancaneve diventata buona grazie a chissà a quale formula o elisir...
Al miracolo della regina cattiva diventata buona (buona, ma non minchiona) si aggiunge poi la magia di una musica secca e nervosa che riesce a sprizzare una gioia pop quasi alla B52 e a sputacchiare incandescenze circensi alla Lora Logic.
“Ain't you” è tutto questo con coretti psicotici, improvvisi cambi di ritmo, sassofono parodistico, eccitanti oh oh oh,.
“Hedi's head, molto più sui due accordi e molto più pop, è in preda ugualmente all'incendio ritmico, e ha quel testo “Hedi's head, it's so bad/Hedi is oh so sad” ripetuto all'infinito e inframezzato da tanti ee ee ee e tanti so so so...
Insomma parole folli e rumore divino...Ma tutto il periodo Kleenex è così...
Con LiLiPUT le cose si fanno più raffinate, tra esercizi avantgarde e stravaganti trovate pop, ma, pur non mancando canzoni eccezionali, c'è un po' meno fuoco...Una parabola simile a quella di Lora Logic, altra divina dea di passaggio...
Ma tornando a Orsetto, alle fanciulle e alla magia devo raccontarvi ancora tutta una serie di particolari...Ad esempio, quando Orsetto mi fece vedere le foto delle sue dee di passaggio, beh, quando me le fece vedere, trasecolai
Che una delle due era identica (identica!!!) alla mia cugina dal giradischi rosso...l'altra no, non era uguale a mia sorella, o forse si?
Ecco oggi io lo vorrei avere quel giradischi...
Per gli altri quarantacinque del mio cuore vorrei avere un jukebox...ma per questo ci vorrebbe quell'occhio di fuoco in mezzo alla stanza...
Poi certo, tra le coincidenze, ci sarebbe anche il fatto che mia moglie è nata in Svizzera, da madre spagnola.
La Spagna...La Spagna ci son stato un po' più di dieci minuti...
Che m'è toccato girare il mondo con due biondi coreografici, uno era Orsetto, l'altro mister Muscolo.
Loro esano soprattutto belli, io soprattutto strano e non ricordo quasi nulla di quel che abbiamo visto, ricordo loro: l'orsetto svizzero che amai fin dal primo giorno di scuola con il suo mondo chiaro che inutilmente andavo rincorrendo; e il macho triste che aveva piombo agli occhi e un sole di riserva chissà dove.
E ho un'immagine nel cuore persa in una assurda Rimini spagnola. Una Rimini spagnola? E che cavolo ci facevamo li? Noi eravamo perfetti snob del cazzo
"Mica ci staremo a lungo in sto posto di merda?"sbottavo io in preda ad alto lignaggio coi due animali biondi che non sapean che dire.
A sera ci ritrovammo in una triste cena con bourbon e pesciolini, il ristorante strategico all'imbocco da cui passavan tutti, comprese le ragazze che senza uomini andavano cantando (si, cantando, cazzo, cantando!!!) che così si usava allora in Spagna.
Uno spettacolo, ma la nuvoletta snob (di cui ero il maggiore responsabile) ancora resisteva. Occorreva una parola d'ordine detta da uno di noi.
Il macho triste alzò gli occhi dal bicchiere, guardò ancora una volta quel corteo di fanciulle, poi disse sorridendo "questo è il mio posto". Era il grido di battaglia.
Cominciammo a bere davvero tanto...
“Orsetto, te la ricordi questa?”
E, imitando le fanciulle spagnole, cominciai a canticchiare “Hedi's head, its so bad...”
E Orsetto: “Hedi's is oh so sad”...
Nessuna dea spagnola di passaggio si unì al nostro canto...
Ottenemmo solo l'approvazione di mister Muscolo. Il quale alzando gli occhi dal bicchiere disse soltanto “Siete due sfigati”...E sorrise...
Fu bello. Molto bello. Lui non sorrideva mai...
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