Quel pazzo del mio ex batterista, se n'è venuto giù da Berlino con questo cd. Così, mentre percorrevamo in auto i mille e cinquecento chilometri che ci portavano in Sicilia per le vacanze, fra un Tiziano Ferro ed uno Yo Yo Ma, un Enrico Rava ed un Pixies, è riuscito ad infilare nel lettore anche i Kletka Red, a me totalmente sconosciuti. Io, dopo pochi secondi, stavo già male. Mica però potevo litigare ad inizio ferie. E ho lasciato andare il cd. Alla fine ne sono rimasto conquistato.

Kletka Red è un quartetto formato da Leonid Soybelman (estone, di origine ebrea, già leader della band russa Ne Zhdali, alla voce e chitarra), Andy Moor (inglese, membro degli olandesi Ex), Joe Williamson (canadese, al basso), Tony Buck (australiano, alla batteria).

La terra di provenienza dei singoli componenti del gruppo è quanto mai rilevante, poiché Kletka Red suonano una musica che è il crogiuolo di culture e stili veramente variegato. Non per niente il disco si chiama "Hybrid". Klezmer (ed infatti il primo disco, "Hijacking", questo è il secondo, uscì per la Tzadik di John Zorn). Rembetika (forma di canzone popolare greca, con temi attinenti alla droga come all'amore od al carcere). Folk balcanico. Il tutto condito con l'irruenza ed il vigore di certo free jazz di matrice newyorkese. Tradizione dell'est che incontra l'avanguardia occidentale.

Musica difficilmente definibile. Provate ad immaginare alcuni membri dei Sonic Youth e dei primi Lounge Lizards impegnati in una jam session a Tallin, dopo che per alcuni mesi hanno vissuto in una comunità chassidica ed è stato vietato loro di ascoltare rock. Vi sono momenti più rilassati, come nell'iniziale "Kosiak Lubvie", ed altri di furore incontenibile, come nella successiva "Wire". Il cantato, spesso sarebbe meglio parlare di recitato, è in russo. Le chitarre sono disturbate (alla Arto Lyndsay od alla Blixa Bargeld, per intenderci). Musica in ogni caso conturbante, anche se ostica. Rumori e distorsioni che contaminano soavi melodie. Suoni che richiamano alla terra per impedire di volare verso il cielo.

Il disco, originariamente pubblicato dalla Red Note, sussidiaria della Konkurrent, nel 2000, è stato ripubblicato nel 2006 dalla olandese Explain, e quindi è reperibile senza grosse difficoltà. Mi sento peraltro di consigliarlo solo a chi ha un po' di dimestichezza con la sperimentazione od ha voglia di affrontare qualcosa di nuovo e diverso: temo che a qualcuno venga voglia di buttarlo nella spazzatura dopo mezzo ascolto e poi venga a cercarmi con un bastone. In rete comunque potete trovare facilmente alcuni brani: è inutile che vi faccia sentire pochi secondi di samples, in quanto, a mio modesto avviso, Kletka Red meritano un ascolto attento e partecipe.

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