Et Voila un riuscito e tutt'altro che stucchevole/stomachevole modo d'organizzare il suono/rumore.

"5 piece heavy experimental synthesiser krautrock orchestra with amplified vintage synths, futuristic riffs, electric guitars and live drums" sostiene la their-space klangistica web-pagina: osservando e ammirando la testè rappresentata Suono-Estetica Distruttiva v'è candidamente da ammettere chè non si è poi così distanti dalla realtà.

Nonostante traggano tutt'altro che subliminale ispirazione da certo vetero-Krautismo settantiano et si definiscano monickerescamente alla medesima maniera dei celeberrimi studios in cui vennero forgiate le giurassiche et visionarie elettro-opere Kraftwerkiane, posseggono il proprio baricentro suono-geografico nella (pèrfida)Terra D'Albione, precisamente tra Edinburgh e Liverpool.

Ma, a prescindere dalle facezie musico-stanziali, ciò che fattivamente importa è la ragguardevole tonnellata di possenti/scorbutiche sintetizzatorietà che solcano più o meno indelebilmente lo spazio (vuoto ?) tra le due carneo-cartilaginee estremità craniche auricolar-percettive all'ascolto della traccia chè dà il via alle inusitate danze: "Heavydale" (un titolo, una garanzia) rigogliosa, densa e caustica come (for ex) i Trans Am, su territori talvolta potenzialmente contigui, non hanno mai avuto il coraggio di osare, oppure "Apex", nella sua solo apparente semplicità modulare richiama addirittura alla memoria la vetero-mononeuronica digitalità "Autobahnense"; come non citare inoltre la volùminosa e bruciante rappresentazione intelaiata in "Untitled@33" con le sue stordenti scansioni robotico-trivellanti o la pantagruelica, pesantemente Melvinsiana e anomala traccia conchiudente "H'vydale", rilettura della traccia iniziale senza predominanza di synth e dai volubili toni sludge-assordanti.

Ulteriore aspetto da non sottostimare e chè viceversa tende a incrementare il tasso di coinvolgimento intrinseco è lo scoprire chè cotanto recentemente pubblicato lavoro d'esordio [fine 2006], suddiviso in quindici frammenti e costituito da trequartidora esatti di proto-neo-musiche assortite, altro non è che la summa e concentrazione dei precedenti lavori, oramai semi-irrintracciabili, pubblicati sulla breve distanza dal 1999 al 2005.

Un'oper(in)a futuribilmente trapassata ? Sorpassatamente lungimirante ? Personalmente sosterrei un congruo ‘Ebbravi Ralf & Florian'... ehm no, volevo dire Kling & Klang!

 

 

 

 

 

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