Una sera mi trovo a guardare un lungometraggio schifosissimo di un cartone giapponese di cui non ricordo il nome; forse Street Fighter, forse Ciber City, francamente non lo so. L'Anime del sol levante non promette nulla di buono. Ed io sono fottutamente difficile per quanto riguardano lungometraggi di questo tipo. Ma... aspetta un secondo; la colonna sonora non è per niente male.
Tanti pezzi rock, di cui uno degli Alice in Chains che già all'epoca conoscevo. Ma qualcosa stona in mezzo a questa soundtrack prevalentemente grunge. In una scena molto pulp partono 4 minuti e mezzo di una canzone industrial di una violenza inaudita. Uno stupro acustico che mai prima avevo sentito. Forse addirittura qualcosa che poteva anche far tremare il Trent Reznor dei tempi migliori. Dopo una serie di ricerche nei negozi di dischi (nel 1995 internet non sapevo neanche esistesse), inizio un'affannosa ricerca di questa band che poi realizzo essere composta da metà membri tedeschi e metà americani.
Ma I KMFDM non sono una band vera e propria. Si tratta infatti di una one-man-band, un pò come i Nine Inch Nails. L'uomo violento è Sascha Konietzko, fondatore del gruppo (il primo album risale al 1986). Ma tralasciamo la discografia e andiamo a parlare del capolavoro quale è 'Nihil'. (ah dimenticavo... la canzone dell'Anime made in Japan è la prima di questo album e si chiama "Ultra"). Questo album esce nel 1995 e prende molti spunti da Ministry e NIN, tenendo comunque una propria linea originale che sposa bene la techno e lo speed metal.
Elettronica che graffia, fa male, al limite della sopportazione per le orecchie più puriste. Per molti potrebbero ricordare i vecchi Skinny Puppy di 'Too Dark Park', un pò meno demoniaci e più "danzerecci". A qualcun altro alcune sonorità potrebbero rimandare alla musica dance degli anni 80. Non mancano infatti nel cd, cori femminili in pefetto stile 80's. ma non fatevi strane idee. Spesso i cori sfociano in simulazioni di orgasmi e acuti scimmieschi, soprattutto negli ultimi album, decisamente più "d'assalto" e tecnicamente superiori.
La voce di Konietzko è grottesca e senza troppe pretese. Merita particolare attenzione la chitarra di Guenter Schultz, a tratti melodica, ed un istante dopo diventa pesante come un'accetta sul cranio. Se iniziate ad ascoltare questa band, iniziate da questo cd (sempre se lo trovate in circolazione) altrimenti gustatevi gli ultimi 2 cd: "Attak" (dove nella prima song si sentono gli aerei kamikaze che si schiantano sul WTC) o "WWIII" .
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