Era tantissimo tempo che non ascoltavo i Korn; li avevo adorati ai tempi del loro album d'esordio omonimo ed ero rimasto incantato dal loro stile nuovo, rabbioso, ruvido e alle mie orecchie molto innovativo. Avevo poi ascoltato il successore “life is peachy” e qualcos'altro, credo “follow the leader”, ma non avevo più trovato la genialità e l'originalità del loro primo lavoro, così li ho persi di vista, e ammetto di ignorare completamente il loro lavoro degli ultimi anni. Ieri ho appreso dell'uscita del nuovo CD e, un po' per curiosità e un po' perché ultimamente non ho trovato nuove uscite che siano riuscite a catturare la mia attenzione, ho deciso di ascoltarlo.
Questo “The path of totality” mi è piaciuto, perché è un buon crossover, una mescolanza di generi, senza dimenticare il rock e il metal, infarcito da un'abbondante dose di elettronica e di DJ style; sicuramente figlio dell'industrial, questo album strizza l'occhio a sonorità “sintetiche” quali quelle di alcuni pezzi dei RAMMSTEIN, con inserti elettronici che mi ricordano vagamente “remanufacture” dei fear factory, che altro non era che “demanufacture” remixato in chiave disco-dance. La mano dei DJ è sempre presente nei pezzi, con scratch, suoni che provengono direttamente dalle macchine e dai sintetizzatori e alcuni ritmi tipicamente dance; i suoni della batteria li seguono assolutamente su questa linea, mentre le chitarre sono sempre presenti ma filtrate e paurosamente compresse. Non troverete riff rock o slappate di basso come ai vecchi tempi, scordatevi il metal, ed entrate in questa nuova dimensione che vi porterà dritta nella discoteca di Matrix, quella dove Neo e Morpheus incontrano il Merovingio, tra uomini e donne avvolte nel latex, luci laser e psichedeliche e musica a tutto volume.
Difficile fare un “track by track”, i pezzi sono tutti su questa linea, ma si lasciano ascoltare bene se si è abbastanza “open-mind”; non ci sono ritmi veloci, ma solo mid-tempos ben strutturati e pesanti al punto giusto. Un ottimo lavoro secondo me è stato fatto sui suoni, che riescono a mantenere le caratteristiche tipiche degli strumenti rendendoli però sintetiche ed elettroniche, pur sempre conservando pulizia e durezza. La prima “chaos live in everything” riassume secondo me molto bene tutto l'album: intro assolutamente dance e chitarra che passa in secondo piano, sopraffatta da impulsi sintetici e ritmi incalzanti. Ma la voce è inconfondibile e si apre alla melodia quando il cambio di tempo ci porta nel refrain. Molto buone anche “get up!” che passa da un simil-pop ad un delirio di suoni malati che non stonerebbero in un pezzo di Aphex Twin, e “narcissistic cannibal”, dove il korn-style viene affiancato ed accompagnato da un mix di suoni, ritmi e pulsazioni elettroniche.
Anche questo “The path of totality” ha i suoi punti deboli, non ci si può aspettare grandi cambiamenti mentre lo si ascolta, e ci sono anche in questo caso dei pezzi meno riusciti; tuttavia i KORN sono riusciti a tirar fuori un suono davvero moderno e secondo me molto ben riuscito. Non sarà l'album dell'anno, ma merita sicuramente un po' di attenzione da parte di chi, pur essendo un metallaro come me, non disdegna un po' di sana sperimentazione.
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