Ma esistono davvero i tedeschi? Belin, a volte vedi della gente in giro e riconosci che son tedeschi già solo da come ridono. Mettono su quel ghigno pregno di tedescosità. Tedescosità così perfetta, al punto che a volte pare sia perfino artefatta. Non sincera. Pare che ci sia qualcosa dietro.
Le poche volte che sono stato in Germania ci ho trovato tutta gente che a guardarla bene bene, quando non rideva aveva la faccia da bolzanese. Ma ci ritorno dopo su sta cosa.
Allora, i Kosmodrom sono un gruppo di giovani nativi della Germania (dovrei dire tedeschi ma occorrerebbe prima dimostrare che i tedeschi esistono veramente, e non sia tutto un complotto, ma ho detto ci ritorno dopo.), e per ora hanno pubblicato questo EP di psych stoner praticamente tutto strumentale. La formula è questa: affastellamento di psichedelia nerboruta di ampli ed effettistica per chitarre sopra una struttura ritmica costituita da loop di riff stoner pesanti, studiati bene, non banali. 5 pezzi: uno con cantato, l’unico dimenticabile, il resto non male a mio parere, darei un 3 e mezzo. Non è che ci sia molto altro da dire.
E allora come evitare di fare un’altra Zot del cazzo, e fare così alzare la pressione a G mettendo a rischio le sue coronarie?
Provo a descrivere le mie particolari impressioni rispetto ad altra merda del genere affidandomi ad un racconto, letto tempo fa. In quel racconto si sosteneva che una notte, qualche giorno dopo la resa della Germania alla fine della seconda guerra mondiale , tutti i tedeschi sono scesi a diversi chilometri nel sottosuolo attraverso un tunnel nella foresta nera, prevedendo di rimanerci finchè i tempi non fossero maturi per tentare nuovamente la conquista del mondo. Ma i bolzanesi che avevano scoperto il piano sono andati a tappare il buco con una delle loro barriere invisibili e hanno preso il loro posto con un loro piano ben preciso. Fingersi tedeschi ed aspettare il momento propizio per provare loro a conquistare il mondo.
Potrebbe esserci del vero in quel racconto, i bolzanesi sono famosi per le la qualità delle loro barriere invisibili, prova ne è il fatto che la Pianura Padana, con un buco nelle Alpi come il passo del Brennero, dovrebbe essere invasa da un dolciastro e nauseante odore di sacher tutto l’anno e così non è. Quel racconto fornisce un’ipotesi sull’origine delle barriere invisibili dei bolzanesi. Uno dei tanti piani che misero a punto per la conquista del mondo era quello di mettere assieme la fortuna necessaria all’occorrenza conquistando il mercato dei super alcolici con un nuovo liquore a basso costo. Per la riuscita del piano occorreva utilizzare materia prima disponibile in grandi quantità, i cui approvvigionamenti comportassero costi molto bassi e con cui si potessero ottenere ottimi risultati. Riuscirono a trovare un modo per distillare l’altitudine che dalle loro parti abbonda e ed è gratis. Il processo che avevano sviluppato dava come scarto di lavorazione un sedimento limaccioso costituito da latitudine troppo concentrata per utilizzarla nel settore alimentare. Per loro era uno spreco dismetterla in discarica, la ritenevano infatti molto preziosa in quanto era in grado di aumentare la settentrionalità delle persone, caratteristica che i bolzanesi apprezzavano molto. Trovarono il modo di utilizzarla per costruire barriere invisibili. Il principio era semplice, uno ci finiva dentro e si ritrovava catapultato istantaneamente kilometri a nord. Non ricordo più come andava a finire quel racconto, me lo sono perso, e dire che l’avevo scritto io, comunque, immaginate di trovarvi in una piazza di Amburgo senza la compagnia di amici o conoscenti, intorno a voi tutti tedeschi (o meglio, sedicenti tedeschi) che vi stanno guardando con aria minacciosa perché hanno capito che avete indovinato loro la loro origine bolzanese dallo sguardo e costituite una minaccia per la realizzazione del loro piano di conquista del mondo. Ecco questo EP potrebbe risultare un’ottima colonna sonora per una situazione del genere.
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