Electric Café (1986) è stato uno dei più recenti dischi dei Kraftwerk, a cui è seguito un lungo periodo di semplici raccolte (che non conosco) e poi due dischi, finalmente, uno 17 anni dopo (2003) e l'ancor più recente "Minimum Maximum" (2005).

Ma vediamo quello dell'86 (cioè questo): rispetto ad altri capolavori degli anni '70 è decisamente meno brillante, troppa semplicità nei ritmi e nelle melodie. Infatti la prima metà del disco (17 minuti su 36) viene "riempita" da tre tracce con praticamente la stessa, quasi monotona melodia e ripetizione vocale (Musique non stop! Techno Pop!). A un certo punto, udite udite, ecco una voce che canta in uno spagnolo simil-italiano che mi lascia veramente perplesso (Boh...). "Telephone Call" e "Sex Object" lasciano piuttosto indifferenti, anche se si lasciano ascoltare. E, infine, la title-track, che sembra echeggiare la stessa melodia di "Europe Endless" (provate a ripensare al coro lirico di questa e confrontatelo con "Electric Café"... c'è una certa somiglianza, vero ?) e quindi penso che il confronto è improponibile con il brano del '77, malgrado la melodia quasi uguale.

Insomma, può anche piacere, ma a livello storico non ha, a mio modesto parere, granché di importante. In conclusione, non do stelle non perché sia orribile, ma perché comunque non c'è paragone con altri loro lavori: manca intensità, ritmo, poesia. Spiacente.

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