I Kraftwerk sono considerati unanimamente, e a ragione, uno dei gruppi più importanti nella storia della musica e non sarebbe sorprendente vederli riconosciuti nei secoli futuri come una delle icone musicalmente più rappresentative e innovative del '900 e venire classificati per importanza storica come oggi consideriamo Beethoven.L'influenza che la musica del gruppo ha avuto su tutta la musica elettronica successiva, dal'industrial al synth-pop fino alla techno è infatti impressionante.

Ralf Hutter e Florian Schneider si formano seguendo i corsi del grande guru dell'avanguardia tedesca Karlheinz Stokhausen : l'intento programmatico del duo è ambizioso, c'è la volontà di creare un marchio di fabbrica "tedesco", una "nuova musica rigorosamente teutonica" che li contraddistingua e li separi dagli stilemi anglofoni imperanti.I primi esperimenti sonori possono essere considerati una sorta di elettro-rumorsimo cacofonico, d'altronde la sigla "Kraftwerk" significa "centrale elettrica".Da segnalare come anche i membri dei Neu! fecero parte della prima formazione.

ll primo disco è in ogni caso lontano anni luce dal tipico "sound" da "robot music" che li renderà celebri : si ascoltano in questi sochi esperimenti sonori senza compromessi.

Il disco inizia con "Ruckzuck", brano in cui una melodia sbilenca e minimale che può ricordare il successivo "sound" dei Neu! e in cui fa capolino anche un flauto, viene bruscamente interrotta dalle sonorità abrasive di un organo atonale e da sperimentazioni che anticipano l'industrial fino a ritornare infine al punto di partenza con il "riff" che aveva aperto il pezzo."Stratovarius" è pura paranoia urbana, è il suono generatosi da città incubo dominate da grattacieli asfissianti: il suono dell'organo sperimentale che apre questo incubo sonoro penetra nel cervello come una lama affilata, il brano prosegue poi su canoni più minimali apparentemente pacati per accelerare improvvisamente su stesso e implodere in una deflagrazione rumorista per poi riprendere una parvenza di ritmo fino a dissolversi in un incubo caotico senza fine.Di sicuro Stockhausen avrebbe apprezzato.

"Megaherz" apre il secondo lato con sonorità cosmiche quiete disturbate da frequenza rumoriste trasportando poi l'ascolto su binari quasi mistici grazie ad un organo siderale e ad un quieto flauto .Si tratta ancora di un grande pezzo."Von Himmel Hoch" chiude questo disco epocale in modo dirompente: sembra di essere sotto l'attacco di bombardamenti aerei durante la Seconda Guerra Mondiale, il "sound" di questo pezzo è pura paranoia che anticipa l'industrial dove viene riprodotto il ronzio degli aerei e il deflagrare delle bombe sulle rovine della civiltà tedesca.

Questo è un album epocale.La successiva evoluzione dei Kraftwerk, che li porterà a diventare gli alfieri della "robot-music" di massa non è quindi casuale e la loro metamorfosi non va considerata quindi come un tradimento da parte dai fans della prima in quanto è la logica evoluzione dell'avanguardia nella musica elettronica di consumo.

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