Garanzia. Una parola che sta benissimo associata ai teutonici Kreator. Band che ha fatto dell'intransigenza e del "proselitismo" metallico i suoi punti cardine per dispiegare una carriera ormai quasi trentennale.
A pochi giorni dall'uscita della loro ultima fatica, intitolata "Phantom antichrist", il richiamo della ruvida voce di Mille Petrozza, è stato troppo forte per non riassaporare uno degli ultimi cd partoriti dai tedeschi, nonchè uno dei loro più sottovalutati. Il platter in questione è "Enemy of god", dato alla luce nel gennaio del 2005.
I nostri avevano tentato la via sperimentale nelle partiture industriali di "Cause for conflict" e nell'heavy metal stemperato di "Outcast" e "Endorama". Lavori che a torto sono stati accantonati, per essere poi rivalutati con il passare degli anni. La riconciliazione con il passato era avvenuta nel 2001, con il full lenght "Violent revolution". "Enemy of god" si posiziona proprio sulla scia stilistica del suo predecessore, tornando all'aria fottutamente aggressiva che aveva pervaso gli esordi. Un ritorno al thrash metal quindi, quello incazzato e perennemente rivolto alla critica verso i sistemi politici ed istituzionali moderni. Odio facilmente percepibile nei testi di Petrozza, Ventor e compagnia.
L'attuazione di tutti i principi basilari che avevano caratterizzato i primissimi lavori, qui torna a farsi sentire. Ancor più che in "Violent revolution" codesto vomito metallico è decisamente più aggressivo e "tirato": pezzi come le infuocate "Impossible brutality" (canzone da "distruzione") e "World anarchy" ne sono l'incandescente riprova. Ma ciò che rende questo lavoro interessante è il tentativo di sommare alla loro classica attinenza distruttrice, le cadenze più ragionate, retaggio di un lavoro come "Endorama". Petrozza e la sua band dimostrano in brani come "Voices of the dead", "Dying race apocalypse" e nella conclusiva "The ancient plague" di aver assimilato il passato in funzione del presente. Uno stratagemma forse di mestiere, manieristico, ma che garantisce anche imprevedibilità ad un album di thrash metal classico e puro.
Lavori di questo genere si portano dietro pregiudizi ormai ben radicati, ma riescono ancora a colpire nel segno, almeno con alcune eccezioni. I Kreator di "Enemy of god" sono una di queste. Un lavoro massiccio, veloce e aggressivo, che ha tutti i capisaldi del thrash. Unica nota stonata è la voce di Petrozza, non più incisiva come in passato. Per il resto un cd e un gruppo da rivalutare.
1. "Enemy Of God" (5:44)
2. "Impossible Brutality" (4:30)
3. "Suicide Terrorist" (3:29)
4. "World Anarchy" (3:55)
5. "Dystopia" (3:41)
6. "Voices Of The Dead" (4:34)
7. "Murder Fantasies" (4:50)
8. "When Death Takes Its Dominion" (5:38)
9. "One Evil Comes (A Million Follow)" (3:20)
10. "Dying Race Apocalypse" (4:41)
11. "Under A Total Blackened Sky" (4:28)
12. "The Ancient Plague" (6:57)
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