Che sia un ritorno?

Jeffrey Kagel, in arte (ma non solo) Krishna Das, è l'artista di cui voglio parlarvi. Americano nato in un famiglia ebraica, nel 1970 parte per l'India per studiare sotto l'ala del guru Neem Karoli Baba, chiamato Maharaj-ji dai suoi "seguaci". Studia pratiche meditative, trovando il proprio Io nella Bhakti Yoga, lo yoga della devozione. Lì assiste e partecipa a diverse sessioni di kirtan, cioè canto collettivo devozionale.
La sua vita è cambiata indubbiamente ma subisce un notevole shock quando, nel 1973, Maharaj-ji muore. Krishna Das, nominativo dato dal guru che letteralmente significa "servitore del supremo", torna così a New York, dove passa degli anni di profonda depressione.

Solo nel 1994 tornerà sui suoi passi, decidendo di portare al mondo la sua esperienza cantando, suonando e insegnando tutto ciò che diversi anni prima cambiò radicalmente la sua vita.
Fino ad oggi ha pubblicato diversi dischi in studio, ma anche qualche live album e raccolte, proponendo generalmente semplici arrangiamenti, in chiave più occidentale che orientale, di brani devozionali della tradizione Induista, ma che spesso svolta verso brani Buddisti e pure Cristiani.

Io voglio proporvi "Live Ananda", un disco che ha portato il nome di Krishna Das ad un pubblico più vasto grazia alla sua nomination ai Grammy Awards 2013 per il miglior album New Age, permettendogli di suonare alla cerimonia di premiazione, sebbene poi non abbia vinto.

"Ananda" è un termine Hindu che significa letteralmente "beatitudine" ed è proprio quello che succede quando si ascolta la sua voce e la sua musica: veniamo assaliti da un profondo senso di beatitudine. La voce baritonale di Krishna Das ci accarezza mentre semplici melodie escono da harmonium, chitarra, basso, violino, kartals e tablas.

Questo disco presenta soli 5 brani, relativamente lunghi però (le più corte non scendono sotto gli 11 minuti), in onore alle divinità di Hanuman (a cui Maharaj-ji era particolarmente devoto), Krishna, Devi e Sita.

Ai suoi "ritiri" partecipano qualsiasi tipo di persone, perchè non serve fare riferimento a religioni o filosofie. Il canto dei sacri nomi è una terapia aperta a tutti.

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