Dichiaro esplicitamente di non voler in alcun modo appoggiare, con questo scritto, l’ideologia razzista. La scelta della citazione iniziale è dovuta alla mia volontà di rimanere in linea con l’atmosfera marziale, chiaramente ispirata al regime nazista, propria dell’album. Desidero sottolineare tramite essa, in modo assolutamente neutrale e scevro da fini propagandistici, il carisma di quelle idee che furono la causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, carisma che così fortemente influenza la musica dei Kristallnacht.
Qualcuno potrà tacciarmi di aver prestato troppa attenzione al lato ideologico della band: mi difendo asserendo che è impossibile parlare dei Kristallnacht senza spiegarne le motivazioni concettuali. Inoltre ho scelto di recensire proprio questo album in quanto “sommario” non solo della produzione musicale, ma anche della storia del gruppo.
A scapito di equivoci faccio presente che nella stesura della recensione mi sono avvalso delle informazioni contenute nel booklet di “Bloodrenched Memorial”.
Sebbene parli delle canzoni come appartenenti a varie releases, esse sono tutte presenti nel disco da me recensito nell’ordine presentato. Le descrivo volta per volta come appartenenti al loro disco di origine in quanto esse non sono state rimasterizzate in occasione della pubblicazione della raccolta, e sono quindi esattamente le stesse che furono pubblicate sui vari album.

“Il mio onore, la mia fedeltà”
                         
                             Dall’incisione riportata sulla lama dei coltelli da combattimento assegnati alle SS

Così si chiude definitivamente uno dei capitoli più rappresentativi della storia della scena estrema, dopo quello scritto da Burzum con l’assassinio di Euronymous. Così muore definitivamente il progetto Kristallnacht, il cui sangue, versato sul suolo francese, alimentò la nascente Black Legion. Il cammino della band che meglio incarnò il messaggio di odio propugnato dal Black Metal trova in questo “Bloodrenched Memorial”, raccolta cronologica di tutte le relaese non rimasterizzate del gruppo, la sua fine e il suo apice.
La storia inizia nel 1994, quando il chitarrista\bassista L.F., abbandonando le influenze Death Metal che avevano fino ad allora caratterizzato la sua produzione con i Final Silence, decise di creare una band ispirata all’appena sbocciata scena black scandinava. Coadiuvato da Black Christ, suo amico e chitarrista nei Blessed In Sin, il quale coinvolse temporaneamente nel neonato progetto il cantante della sua band primaria, e dal batterista Pascal, L.F. formò i Pure Desecration, dedicandosi ad un black metal primitivo e maligno. A suo giudizio però, i risultati non furono soddisfacenti, pertanto la band si sciolse, anche in seguito a problemi di natura organizzativa. A tenere in vita la formazione rimasero L.F. e Black Christ, che decisero di cambiare il nome del gruppo in Funeral. Nel 1995, avendo appurato l’impossibilità di trovare un batterista a Tolone, L.F. chiese a Krof, drummer dei Maleficum Orgia, band marsigliese, di entrare a far parte del suo progetto. La proposta fu accettata, e con la registrazione del demo “Black Flame Of Unholy Hate” ebbe inizio la produzione ufficiale della band. I tre pezzi che componevano quella prima relase sono anche quelli con cui si apre “Bloodrenched Memorial”. Le composizioni ricordano molto i Darkthrone di Transilvanian Hunger, anche per la produzione, ma sono caratterizzate da una maggiore attenzione per la melodia (“Black Flame Of Unholy Hate”) e dalla marzialità delle linee di chitarra (“Night And Fog”) . Il risultato è un album cupo, dai passaggi crudeli, che trova il suo punto migliore in “Coronation In Pure Blasphemy”. L’innovazione principale risiedeva comunque nelle tematiche trattate. Per la prima volta nella scena francese un gruppo appoggiava esplicitamente l’ideologia nazista, attraverso argomenti quali il mito dell’Ubermensch, la guerra, il culto del sangue, l’opposizione alla “menzogna venuta dal deserto”, l’odio razziale. La propaganda dei Funeral però non era da considerarsi propriamente politica; L.F. in particolare propugnava le idee nazionalsocialiste come nuova morale, più che come dottrina sociale. Era in definitiva fautore di un cambiamento innanzitutto interno all’uomo e, solo di conseguenza, istituzionale.

Il demo riscosse comunque un buon successo, che valse ad ampliare la popolarità della band,e a procurargli nuovi agganci. Nell’estate ’95 entrò a far parte della line up il cantante Xaphan, membro dei Seigneur Voland, ma al contempo Black Christ dovette abbandonare il progetto a causa degli impegni live sempre più pressanti con i Blessed In Sin. Alla chitarra si mise quindi L.F., continuando intanto ad occuparsi del basso. La proposta di “Black Flame Of Unholy Hate” era comunque interessante, ed era solo questione di tempo prima che arrivassero le offerte di contratto. La prima di esse venne dalla A.M.S.G., label underground francese, che propose alla band uno split con gli Osculum Infame. Fu a questo punto che i Funeral decisero di imprimere al loro sound un tocco maestoso, che accentuasse il già presente pathos, evidenziandone il carattere marziale. Invitarono quindi Metatheos, tastierista nei Blessed In Sin, come session member.
Il risultato fu la creazione di tre magnifici pezzi, fra i quali la grandiosa “For Resurrection Of Our Movement”, il cui rabbioso incedere è sublimato dall’imponenza dell’intreccio tastieristico. Senza virtuosismi tecnici di sorta, facendo ricorso a linee chitarristiche di grande impatto, a tempistiche veloci e primitive, e ad un messaggio ideologico estremo, ostentato con orgoglio e potenza, in linea con le tendenze politiche della nuova generazione nazionalista, i Funeral seppero infiammare gli animi di tutti coloro i quali potevano annoverarsi fra le fila dell’undergound black metal europeo, rendendo il proprio nome, ormai notorio, motivo di orgoglio per tutti i blacksters francesi.
Furono quelli gli anni del contatto con il C.H.S., movimento francese clandestino di matrice nazionalsocialista. Gli esponenti di tale organizzazione videro in L.F. la figura chiave per una svolta della loro attività. Erano stati costretti, fino a quel momento, ad agire nell’ombra e nel costante timore delle autorità. Ora, tramite il fortissimo carisma di L.F., le stesse idee da loro professate venivano pubblicamente glorificate e appoggiate da un nuovo, grande ambiente, costituito da giovani fortemente motivati, e non dai soliti borghesi xenofobi che di giorno facevano buon viso all’apertura totale delle frontiere all’immigrazione, e di notte si rodevano il fegato senza avere il coraggio d’agire. Iniziarono a nascere spontaneamente gruppi che miscelavano pericolosamente nazionalsocialismo e interesse per l’occulto. I vari membri dei Funeral li capeggiavano, o comunque li influenzavano, incoraggiandone la diffusione. E’ però da notare come L.F. si tenne a distanza da tutto questo, osservando quelle infantili manifestazioni di malessere sociale dall’alto verso il basso. Il mio personale parere è che egli guardasse oltre la situazione sociale della Francia di quegli anni, scioccata dalla grande affluenza di stranieri, oltre la mera politica, ed anelasse consapevolmente all’utopia di poter cancellare la corruzione dell’animo umano con la sua musica.

La condizione venutasi a creare non poteva però rimanere a lungo celata agli occhi dell’autorità. Nel giugno 1996 Xaphan e Black Christ furono arrestati per profanazione di tomba e violazione di cadavere. Il crimine, tanto orrendo quanto stupido, portò l’attenzione dei media e delle forze di pubblica sicurezza sulla scena estrema francese, e sulle sue ramificazioni politiche. Le ripercussioni sulla band furono pesanti: Krof abbandonò il progetto, seguito dopo poco tempo da Metatheos. L.F., uscito pulito dalle indagini, si trovava ad un bivio: rinnegare la sua creatura musicale e tutto quello che aveva rappresentato a livello ideologico, per tornare ad immergersi nel BM tradizionale, o continuare per la sua strada, solo e sotto lo stretto controllo delle autorità. Coerentemente con i suoi principi egli decise di andare avanti. Non solo non cercò di passare inosservato dopo quell’importante decisione, ma addirittura cambiò il nome della band un’ultima volta, al fine di mostrare al mondo che egli non temeva di essere ciò che era. I Funeral divennero i Kristallnacht alla fine dell’ottobre ’96: il dado era tratto. All’inizio del 1997 L.F., coadiuvato da Duke Satanel, frontman dei Godkiller, iniziò una nuova serie di registrazioni, che dovevano essere inserite in uno split con i Capricornus, poi annullato a causa di problemi economici della label. Da questa collaborazione nacque “Reigning With Honour And Tyranny”, uno dei migliori pezzi del gruppo, nelle cui epiche note è percepibile tutto il disperato furore di L.F. . La composizione fu utilizzata qualche mese dopo nello split con i tedeschi Morke: fu forse il capitolo migliore dei Kristallnacht. La potente carica emotiva di “Reigning With Honour And Tyranny” era amplificata dallo stile nostalgico dei Morke; il pubblico ne fu entusiasta.  Intanto, in settembre, a seguito delle indagini giudiziarie sul fronte politico black metal, furono effettuati nuovi arresti. Ancora una volta L.F. ne uscì indenne. Così non fu però per Metatheos e Xaphan (che era in libertà condizionata da appena quattro mesi): entrambi furono condannati per incitamento all’odio razziale e apologia di crimini contro l’umanità. Con le stesse accuse furono fermati nel 1998 Malkira, drummer nei Blessed In Sin, e un suo amico skinhead vicino al movimento C.H.S. . Il collegamento tra estremismo musicale e politico era stato avvalorato da quell’arresto: un mese dopo L.F. venne incarcerato perché sospettato di collaborazione con il C.H.S. . Per tutta la durata della fase istruttoria egli si avvalse della facoltà di non rispondere. La sua carcerazione preventiva durò tre mesi. Fu rilasciato in maggio, in attesa per il processo di primo grado che ebbe luogo solo all’inizio del 2004. Durante questo periodo L.F. diede il suo consenso per l’apparizione di “A Strife…A Victory”, pezzo dello split con gli Osculum Infame, su una compilation che viene ricordata come la prima relase NSBM, prodotta grazie al contributo volontario dei membri dell’underground, dal titolo “The Night And The Fog”, che alludeva alla canzone contenuta nel demo “Black Flame of Unholy Hate”.

Uscito dal carcere L.F. iniziò subito una nuova sessione di registrazioni, che portarono alla produzione del miniCD “Warspirt”, altra punta di diamante della produzione dei Kristallnacht. Sebbene il sound rimanesse lo stesso delle precedenti relases, fu cambiato l’approccio atmosferico, tramite  modifiche alla distorsione dei synth: l’espressività ne risultò rafforzata. La solennità di pezzi come “Warspirit” era semplicemente esaltante: il connubio tra drumming inumano e tastiere “cerimoniali” ricordava i migliori Emperor. La soluzione proposta dai Kristallnacht era però arricchita da rallentamenti improvvisi della batteria, colmati da riff di chitarra dal sapore nostalgico. Venne inoltre inserita una reinterpretazione di “Reigning With Honour And Tyranny” secondo la nuova linea della band. Nonostante il grandissimo successo riscosso dal rinnovamento stilistico delle tastiere, L.F. fece uscire a brevissima distanza da “Warspirit” un altro miniCD, composto dalla title track “Soldiers of Triumphant Sun” e da una rivisitazione di “For Resurrection Of Our Movement”,  in cui i synth erano completamente aboliti. Permanevano comunque marzialità e solennità, entrambe rese da un riarrangiamento chitarristico perfetto. La solidità del drumming, fornito da Rimmon dei Seigneur Voland, contribuiva a rendere il nuovo sound più brutale, ma non per questo meno melodico. Nonostante le prime diffidenze da parte del pubblico, anche “Soldiers Of Triumphant Sun” venne riconosciuto infine come altro picco della discografia dei Kristallnacht. L.F. era intanto entrato a far parte dei Seigneur Voland su proposta di Xaphan, rilasciato nell’aprile ‘99. Questo però non gli impedì di andare a Parigi nell’agosto ’99, dove, nel 2000, con l’aiuto di Hylgaryss, batterista dei Winter Funeral, compose il migliore pezzo della discografia dei Kristallnacht: “Legitimate Defence (The Law Of Blood)”. Passaggi chitarristici inebrianti, carichi di pathos ed espressività si snodano su un tappeto di balstbeats secchi e crudeli, lasciandosi dominare dalla magistrale interpretazione vocale di L.F., che segue l’alternarsi dei toni con un continuo adattamento del suo scream. Il pezzo andò ad unirsi ad una maestosa intro dal titolo “Introduction to Blood Cult” nello split tra Kristallnacht, Seigneur Voland e Blessed In Sin che uscì dopo la prima,  memorabile data live dei Kristallnacht, che si esibirono all’Empire Festival nel 2001, con Black Christ e Rost (Seigneur Voland) alle chitarre, Rimmon (Seigneur Voland) alle pelli e L.F. alla voce e al basso. Durante lo stesso concerto suonarono gli Aborym, gli Arkhon Infaustus e i Blessed In Sin. Le canzoni dei Kristallnacht acquistarono sul palco una carica aggressiva sorprendente; e sorprendente fu la risposta del pubblico, che applaudì più la band di L.F. che non i tanto attesi Aborym di Attila.

Si formò dopo questa data una specie di alleanza ufficiale tra Kristallnacht, Seigneur Voland e Blessed In Sin, che prese il nome di Concilium. Oltre a portare alla pubblicazione del suddetto split, essa ebbe, secondo indiscrezioni, anche connotati prettamente umani: L.F. andò più volte a trovare i membri dei Seigneur Voland finiti in prigione, e i Blessed In Sin diedero appoggio economico alla famiglia d’origine di L.F. quando fu lui ad essere incarcerato.
Con alcuni membri che si erano esibiti con lui all’Empire Festival, L.F. registrò un nuovo miniCD, “The Praise For War”, in cui erano presenti la title track e una cover degli Absurd, “Pesttanz”, che fu registrata in presa diretta durante un piccolo concerto non ufficiale. Registrò nel 2002, con l’aiuto di Rost, alcuni altri pezzi che sarebbero dovuti confluire nel nuovo Ep, dal titolo “Adversary”. Erano in cantiere varie canzoni, fra cui una cover dei Judas Priest e una di Burzum, registrata anni prima e mai pubblicata.
L.F. iniziava però a mostrare segni di stanchezza. Quella che era partita come la sua utopica crociata dai connotati fortemente filosofici nel lontano 1994 era divenuta un mero strumento politico. Nemmeno fra il pubblico c’erano stati segni di reale adesione a quello che egli voleva fosse lo spirito dei Kristallancht; uno spirito di rinnovamento morale, non sociale. Per di più, il suo esempio aveva portato alla nascita di una specie di “moda nazista” fra i neofiti del genere che lo disgustava profondamente. L’ultima relase ufficiale dei Kristallnacht fu “Adversary”. Dopo otto lunghi, sanguinosi anni, in cui Parigi, Tolone e Marsiglia erano state messe a ferro e fuoco dalle milizie estremiste, dopo un’epopea di processi, incarcerazioni e provvedimenti penali, dopo aver lasciato una traccia indelebile nella storia del Black Metal, L.F. decise di porre fine ai Kristallnacht. Un ultimo colpo di coda del gruppo fu rappresentato dal mini “Creation Through Destruction”, in cui vennero eccezionalmente reintrodotte le tastiere, e che riuniva alcune canzoni che non avevano trovato posto nelle precedenti relases. Il gruppo si riformò eccezionalmente nel 2003, poco prima del processo a L.F., per un concerto in Germania con gli Absurd, i Magog e i Totenburg. La pressione delle autorità fu tale che gli organizzatori dovettero cambiare all’ultimo momento il luogo di svolgimento del live. Nonostante ciò, le forze dell’ordine riuscirono a rintracciarlo, e durante lo show degli Absurd irruppero nel locale. La battaglia che ne seguì vide tre poliziotti feriti e otto partecipanti al concerto in gravi condizioni. La prestazione dei Kristallnacht fu comunque esaltante: il pubblicò salutò con onore e devozione l’ultimo atto della storia della band più importante della scena francese. Dopo questa data i Kristallnacht morirono definitivamente.

Questa raccolta, chiamata “Bloodrenched Memorial”, esce due anni dopo, al fine di rispondere alle esigenze di tutti coloro i quali non erano riusciti ad avere le introvabili relases della band. L.F. continua anche qui, a processo finito e a condanna scontata, a voler tenere segreto il proprio nome. Qualunque esso sia, queste due lettere rimarranno per sempre incise nell’empireo del metal estremo, nel bene e nel male.

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