Un caldo giorno di giugno mi trovavo a Roma a girare in un noto mercatino dell'usato. Qui spesso trovo le cose più divertenti e bizzarre da comprare, ma soprattutto approfitto per fare incetta di libri, dvd, cd e occasionalmente Lp. Nel crogiuolo di titoli naturalmente non mi aspetto mai di trovare il disco dei miei gruppi preferiti, ma ovviamente non si può mai sapere: "Venditti", "Disco samba", "Bimbo mix", "Mixage", "Lando Fiorini" e tutto d'un tratto : "Krokus - Metal rendez-vous"! Non ho esitato, pago la moderata cifra di 3 euro, e porto a casa l'impensabile cimelio.
Una copertina troppo anni 80, con due auto che si scontrano, impennate nell'impatto e sprigionanti un fumo artificioso, e in più un all’interno trovo grazioso posterino che ritrae la band dal vivo. Ma il "Top" è il retro: I credits sono stampati a mò di referto della polizia: che spettacolo! Comunque i Krokus già li conoscevo, non benissimo, ma avevo qualcosa dell'album "Headhunter" su qualche cassetta "doppiata". Ovviamente come si può dedurre dalla smodata copertina, si tratta di metal/hard rock primi anni ottanta fortemente influenzato dagli Ac/Dc dell'era Bon Scott, ai quali i Krokus somigliano sia per lo stile hard n'blues, che per la voce di Marc Storace( il cui debutto coincide proprio con questo album) calda e roca proprio di accidicciniana memoria. Sicuramente i Krokus hanno fatto la storia del metal elvetico, che nonostante la sua risicata superficie di appena 41,285 km², oltre a formaggio cioccolata e guardie pontificie, ha sfornato rispettatissime band rock e metal come i Coroner, i Celtic frost e i Gotthard.
"Metal rendez-vous" esce nel 1980, in piena era NWOBHM, un periodo considerato linea di demarcazione tra l'hard rock e l'heavy metal, quando ancora molte regole non erano state dettate e ancora tanta strada metallica era da percorrere. Se negli anno 50 tutti i cantanti facevano carte false per somigliare a Elvis, negli anni 60 la musica beat, i capelli e i look era per tutti "Beatles-style", negli anni 70 le influenze venivano da miriade di band-caposaldo, ma una cosa è certa i veri pionieri che hanno fatto esaltare i rocker in tutto il mondo con il loro hard'n roll sono stati gli Ac/Dc. Molto probabilmente, quando a quel tranquillo gruppetto svizzero dedito al prog-rock di nome Krokus arrivò nelle orecchie le note di "Let there be rock" devono aver avuto una rivelazione tipo John Belushi nel film "Blues Brothers". Se siete amanti delle sonorità più moderne del metal ovviamente state sbagliando strada, il metallo primordiale dei Krokus non fa per voi, la produzione non è il massimo della resa sonora, scordatevi chitarre loopate e batterie triggerate; anzi gli scrocchietti del vecchio vinile rendono il tutto ancora più retrò e a mio avviso più affascinante .
"Heatstrokes" apre le danze, e dalle prime note si capisce che la pacchiana copertina dell'album non rende giustizia al valore tecnico della band: subito in bella mostra gli intrecci chitarristici del duo Kiefer/Von Arb. Segue l'orecchiabile "Bedside radio" e il suo ritornello piacevolmente scontato, roba che i Darkness hanno scoperto con venticinque anni di ritardo! L'album continua su livelli godibili con“Back Seat Rock ‘N’ Roll” tra le migliori del lotto, di cui viene tratto anche un divertente videoclip. C'è poi "Streamer", ovvero l'immancabile lentona che ricorda i primi Nazareth, mentre con "Come on" e "Fire" si torna ad agitare la testa. Nel complesso un ottimo disco, che nel sound trae certamente ispirazione alla band dei fratelli Young, ma che non ha nulla da invidiare a classic metal bands più conosciute e sopravvalutate (Twisted Sister?????) e che magari continuano dopo tanti anni ad essere inspiegabilmente osannate (Manowar????). Un rock sincero, duro e melodico in egual misura, che dopo trent'anni è ancora divertente da ascoltare.
Per terminare citerei una riga del "referto" sul retro copertina: TYPE OF ACCIDENT: METAL RENDEZ-VOUS, CAUSE OF ACCIDENT: 100% OF ROCK AND ROLL IN THE BLOOD!....e ho detto tutto!
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