Sintonizzate le corde dei vostri sentimenti con le note musicali di questo album e lasciatele vibrare; lasciatevi cullare dai battiti del cuore e vi ritroverete in un turbinio di sentimenti. Buoni sentimenti. L'amore è il tema ricorrente di questo magnifico (il loro migliore a mio giudizio), secondo (terzo se si conta il remix del loro omonimo primo album) lavoro dei milanesi La Crus. Nome che per chi non lo sapesse significa La Croce in dialetto milanese. Un album maledettamente malinconico ed introspettivo ma deliziosamente dolce e carico di speranze.
Lasciamoci trasportare ed accompagnare "Per mano" dalla tromba che apre la prima canzone e subito ci accorgiamo di essere in un limbo incantato… la voce di Mauro Ermanno Giovanardi è sofferta ma l'atmosfera è ovattata, dilatata; forse ci troviamo in un disco dei Calexico, con una batteria in sottofondo che suona a ritmo di Bossanova (!) ed un testo che forse ci ha lasciato in eredità il grande cantautore Luigi Tenco. E già, perché il punto fondamentale è proprio questo: i testi delle canzoni, ancor prima della musica, colpiscono per intensità e per gentilezza e tu, "...tu sei l'alito che guida le mie dita su di te, sei il respiro dentro ai miei perché... sei la voce calma che dà forza ai miei pensieri...", tu che ascolti, vieni rapito e ti fermi a pensare al significato profondo delle parole, le più semplici, e al significato dei sentimenti, quelli veri, e ai tuoi amori: quelli presenti ("quando io ti guardo il tempo si ferma”), quelli passati ("...ho avuto dalla mia la felicità stanche carezze che mi han tagliato in due a metà") e quelli consumati ("...qui vicino a te" dove "il tuo ventre si contorce e freme trema e non resiste più"), sottolineati in questa traccia dalla "sporca" chitarra distorta di Manuel Agnelli. Alcuni affreschi di vita quotidiana come "Inventario", "La luce al neon dei baracchini", "La finestra di casa mia" e "34 anni" (...quelli che compirò io fra poco più di venti giorni...) ci riportano alla vita terrena di tutti i giorni fatta di "tre chiodi due chiavi una stanza e in mezzo io che penso a te...". Con la claustrofobica "Correre" ci immergiamo ad un ritmo incalzante nel caotico traffico cittadino di una Milano, dove tutti - anche quelli che non hanno un cazzo da fare – devono "correre correre più veloci delle macchine… sempre a correre correre dove sono stato ieri?". Con l'incessante ritmo di "Dragondragon" i La Crus flirtano con il lato più rock di Nick Cave con l'aiuto di Manuel Agnelli e di Cristiano Godano ai cori... A chiosare, "Ninna nanna", mi ricorda un coro alpino, con il suo andamento così lento e così malinconicamente cadenzato… e riporta alla mia memoria le nottate stellate passate sui monti ai piedi di una tenda, a rimirar le stelle nell'attesa di chiudere gli occhi... sperando di continuare a veder le stelle… (no, no il militare non c'entra nulla… fui obiettore...)
Uno sdridìo di grilli in sottofondo accompagna la canzone dalla prima all'ultima nota e ci lascia riposare senza preoccupazioni.
"Nel silenzio passa un carro d'oro e carico di sogni e per te che aspetti il sonno scuote ancora i suoi sonagli… lasciaci sentire il canto dolce della sera"
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