Ho apprezzato i La Crus fin dal loro primo album omonimo, in cui, fra le altre, compariva una bellissima versione de "Il vino" di Piero Ciampi.

Aspettavo, quindi, l'uscita del loro nuovo disco, ma l'attesa stavolta è stata mal ripagata. Infatti, per quanti sforzi abbia fatto, questo disco non mi è piaciuto. Ho avuto una sensazione sgradevole sin dal primo ascolto, ma, onde evitare giudizi frettolosi, ho sospeso il giudizio per qualche tempo.
Non sempre, infatti, le prime impressioni trovano conferma negli ascolti successivi.

In questo caso, invece, questo tentativo non è andato a buon fine. Non riesco proprio ad apprezzare le pur buone intenzioni del gruppo, prima fra tutte quella di utilizzare testi complessi e interessanti. Non è male, difatti, l'idea di far incontrare musica e letteratura, ricorrendo ai testi dello scrittore Marco Lodoli (La giacca nuova) e della poetessa Mariangela Gualtieri (La nevrosi).
Altrettanto interessante è l'uso dell'elettronica, forse più marcato che in passato ed è certamente degno di nota il duetto di Mauro Ermanno Giovanardi con Cristina Donà (Ad occhi chiusi).

Ciò nonostante è l'insieme del disco che non mi convince, che non funziona. Il progetto mi sembra troppo pensato, privo di anima, freddo, artificioso. Tutto ciò si traduce a volte in piattezza e monotonia. L'introspezione e l'intimismo, letterario e musicale, si tramutano in esclusione nei confronti dell'ascoltatore.

In sintesi un cd da dimenticare.

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