Individuellos è l'ultimo capitolo della trilogia di Dinger&Co, ordinata più che cronologicamente, qualitativamente: il primo è un indiscusso pezzo da 90, tra i più importanti nel suo genere, il secondo più vivace e ambizioso è di una spanna sotto il primo, ma comunque tra i più grandi dischi del Kraut. Altro discorso merita questo Individuellos, purtroppo. Si purtroppo perchè adoro il genere, adoro Dinger e i suoi La, adoro la sua visione musicale e mi commuovo alla fine di Cha Cha 2000, in questo momento come la prima volta che la ascoltai, ma questo disco è davvero al di sotto delle aspettative. La tendenza è quella di ridurre sempre più all'osso quell'ortodossia rock-classica, a vantaggio di synth e effetti glitterati che, se in Viva potevano pure starci perchè non disturbavano nel complesso anzi, qui il tutto viene ammazzato e soppresso dietro quest'ammasso di ambiguità fricchettona che non fa altro che rovinare un disco, e chiudere ingloriosamente una carriera stupendamente breve ma intensa come quelli di Dusseldorf. Non voglio parlare di fiasco totale perchè sarei esagerato e loro non lo meritano, ma "Menschen" 1 e 2 assomigliano pericolosamente a "Rheinita" (ma di Rheinita ce ne una sola) risultando banale e scontata. La Title Track piena zuppa di effetti elettronici, sembra salvarsi o semplicemente non essere ricondotta esplicitamente a nulla di quanto già detto da loro. Campane da chiesa aprono "Sentimental", e la chiudono, e in mezzo una cosa poco chiara. "Lieber Hoing 1981" richiama l'avventura dei Neu! sia nel nome del brano (precedentemente registrato dagli stessi Neu!) sia nel ritmo motorik e claustrofobico che ha. Altro valzer di tastiere e ritmi semi-irritanti in "Dampfriemen" con dei cori da sottofondo da osteria bavarese che certo non riescono nel sollevare le sorti del disco che, attenzione, arriva alla penultima traccia "Flashback" che ricorda un po la fluidità di "Im Gluck" tanto cara ai Krukki, ma senza nulla da aggiungere. Chiude l'album una "Das Yvonnchen" che risulta la traccia più godibile dell'album, forse perchè fondata su piano e senza troppi effetti o luccicanze, è una melodia semplice di piano, che congela il progetto dei La.

Ho cercato di limitare la mia delusione che ho, che ebbi, e che avrò per quest' album che risente troppo del tempo in cui fu composto, ma per quanto mi sforzi credo sia evidente. Perchè grandi erano le aspettative su di loro che forse si fecero troppo coinvolgere dalla corrente ammiccante della musica degli '80, forse non avendo più la forza di remare contro, come avevano fatto fin ora.

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