Un esordio a dir poco riuscito quello dei francesi La Femme, che dai lidi atlantici di Biarritz ci consegnano un’opera dalla carica trascinante, danzereccia ed elettrizzante, ma allo stesso tempo percorsa dai lampi di un surrealismo psichedelico in grado di soddisfare anche i palati più esigenti.

Il titolo e l’immagine in copertina non mentono: con Psycho Tropical Berlin ci troviamo di fronte ad una dichiarazione d’intenti sbarazzina e spigliata, dal sapore eminentemente postmoderno. A colpire è infatti l’eterogeneità del materiale e delle influenze sottese, riscontrabile non solo nel passaggio da un brano all’altro, ma addirittura nelle componenti interne dei singoli pezzi.

Il risultato è un giocoso potpourri reinterpretativo in cui confluiscono, perfettamente amalgamati, gli elementi più vari: stilemi del pop francese di vecchia scuola, incontenibili melodie surfeggianti, suggestivi sfondi psichedelici riverberanti, echi di elettronica krauta, un certo piglio punk e new wave.

Si parte subito nel vivo con il ritmo energico di pezzi scanzonati e nient’affatto scontati come la dadaista Antitaxi e Amour Dans Le Motu, che nella seconda metà piega invece verso le forme di una suadente lisergia esotica, e si approda in seguito alle suggestioni cinematografiche emanate dall’eponima La Femme e dalla successiva Hypsoline (con relativo interludio), l’una a vocazione tarantiniana, l’altra più spiccatamente lynchana, nel suo onirico e ipnotico surrealismo.

Poi è il turno del singolo di lancio Sur La Planche 2013, incalzante tormentone surf pop che fa da contraltare alle distese atmosfere acide di It’s Time To WakeUp 2023, pezzo fenomenale in grado di contaminare citazioni dai Velvet Underground e psichedelia indianeggiante con una matrice krautrock che rimanda direttamente ai compatrioti Stereolab. Gli stessi riferimenti si ritrovano nella successiva Nous Étions Deux, in cui però vanno ad aggiungersi anche un mood cantautorale alla Serge Gainsbourg e addirittura una chiusura di sapore shoegaze.

Con Packshot e Welcome America siamo dalle parti di un punk elettronico alla francese, mentre Saisis La Corde riporta alla mente spettacoli circensi felliniani e rumori industriali di periferia e Le Blues De Françoise ha le cadenze di una filastrocca per organetto con venature trip hop. Fanno seguito un brano smaccatamente synthpop come Si Un Jour e l’ipnosi tribal-psichedelica di La Femme Ressort, percorsa dai deliziosi gorgheggi della cantante Clémence Quélennec.

In conclusione Psycho Tropical Berlin è un album davvero godibile e divertente da ascoltare, che scorre senza che la presa cali minimamente neanche per un istante, ma anche una brillante prova di scrittura che lascia ben sperare per il futuro di questa giovane band francese.

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