Secondo album per uno dei tanti progetti paralleli di Fabio Zuffanti talentuoso bassista e geniale compositore che ha iniziato la sua carriera musicale nei Finisterre e che ora si suddivide equamente tra una miriade di altre "creature musicali", spesso assai diverse tra loro ma sempre dispensatrici di musica di alta qualità (Hostsonaten, Spazio, La Zona e, appunto, la qui presente MDC). Se con il primo, omonimo lavoro della Maschera di Cera, Zuffanti era andato molto vicino alla realizzazione di un capolavoro, con questo "Il Grande Labirinto" possiamo dire che ci è riuscito pienamente, realizzando un album che meriterebbe un posto tra i classici del progressive italiano degli anni '70 a cui palesemente si ispira (Balletto di Bronzo e Museo Rosenbach su tutti). Il disco, diviso con un gusto un po' retrò in facciata A e B, contiene 6 brani di cui 4 sono di durata piuttosto elevata (dai 9 ai 22 minuti circa). Impossibile descrivere a parole la bellezza di queste composizioni ma faremo un tentativo.
Si parte alla grande con la suite "Il Viaggio Nell'Oceano Capovolto parte 1" la cui melodia straordinaria è ancor più valorizzata dalla straordinaria interpretazione vocale di Alessandro Corvaglia, veramente una delle voci più belle del progressive nazionale. Il pezzo è caratterizzato da un Mellotron evocativo, da un gran lavoro di basso (anche distorto), da splendidi intarsi di pianoforte e flauto e da un testo perfettamente in stile anni '70. Da segnalare che la seconda parte di questo brano viene ripresa come traccia a se stante alla fine del disco in una sorta di edit version della suite originaria. La title track prosegue sulla stessa falsariga, mentre la successiva "Il Canto Dell'Inverno" altro non è che un breve strumentale che inizia con un pianoforte che sembra provenire direttamente dalla colonna sonora di "Inferno" di Keith Emerson e che sul finale anticipa la dolce melodia che dominerà, più avanti, il lungo epilogo de " Il Viaggio Nell'Oceano Capovolto parte 2". Notevole anche "Ai Confini Del Mondo" che dopo un inizio funkeggiante, dominato da bellissimi intrecci di Hammond, flauto e basso distorto (che spesso va a sostituire egregiamente la chitarra), dispiega una melodia vocale ancora una volta intensa e malinconica: in poche parole "da brividi". Dopo cotanta bellezza il finale non poteva che essere all'altezza con la mega-suite di oltre venti minuti " Il Viaggio Nell'Oceano Capovolto parte 2" ricca di momenti di straordinario progressive e della quale mi limito a citare il lungo finale la cui melodia dolcissima inizia con il solo oboe al quale si aggiungono man mano la chitarra l'organo e via via altri strumenti in un crescendo da pelle d'oca. Insomma ancora una volta Zuffanti si è dimostrato la punta di diamante del progressive italico realizzando uno dei suoi lavori migliori che resterà di certo negli annali del nostro genere musicale preferito. Per dirla in poche parole: buy or die!
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