E chi poteva mai pensare che il tanto odiato AutoPlay di Spotify, che dovrebbe consigliare brani "affini" ai propri ascolti e che di affine non hanno mai nulla, potesse consigliarmi finalmente un brano decente? Forse sarà l'eccezione che conferma la regola, ma dopo "Verità Supposte" di Caparezza mi trovo catapultato in un mood opposto sia per tipologia di penna che per genere, ed il bello è che sul momento non mi ero neanche accorto di questo salto nello spazio tempo (Interstellar spostati proprio).

Fatto sta che mi trovo ad ascoltare i Municipál e i loro arpeggi di chitarra ad aprire "Cartoline di fine estate", resto francamente incuriosito e non "skippo", si innescano batteria e seconda chitarra e sono ormai nel mood. L'arrangiamento mi fa pensare abbastanza chiaramente a Vinicio Capossela ma ha una sua personalità ben spiccata, accompagnato da un testo basilare ma molto riuscito cantato da Carmine Tundo nelle strofe e accompagnato magistralmente dalla sorella Isabella nel ritornello, il tutto va a amalgamarsi in un atmosfera eterea ma anche cupa. Penso: " oh, bravi sti Municipál, chissà se hanno fatto anche altro..." Effettivamente non mi sbagliavo e così inizio ad ascoltare l'album in cui è contenuto il brano, ovvero B side.

Le aspettative erano alte, ma resto leggermente deluso, poiché dopo lo scoppiettante inizio in cui la qualità è molto alta, si va poi ad entrare in un circolo vizioso in cui ogni testo diviene monotematico (pene d'amore, sai che novità) e anche abbastanza scarno dal punto di vista della dialettica e allegorico. Gli arrangiamenti musicali sempre molto riusciti, perdono proprio perché non sostenuti dai testi e alla lunga diviene stancante anche l'ascolto nonostante l'album duri poco meno di 40 minuti. Nel secondo brano ovvero "come ci fotte l'amore" troviamo sicuramente uno dei pezzi più radio friendly in assoluto, in cui l'atmosfera è proprio quella di un pop ben fatto, in tutto il disco infatti l'apporto di basso e batteria è molto elabroato e questo è uno dei pezzi in cui sono maggiormente ispirati.

Fin qui la mia attenzione è alta, inizia a scemare con "risvegli" in cui appunto, inizio a notare le lacune testuali ma grazie ad una ottima variazione di dinamiche musicali il brano fila liscio e dopo una partenza cupa diviene euforico (in stile Resurrection dei The Temper Trap, anche se li siamo su livelli nettamente superiori).

Si va avanti con Lampadine, altro brano leggero ma che non lascia nulla a fine ascolto per poi sorbirsi una serie di brani riempitivi che francamente non convincono, fa eccezione invece la buona "più veloce di me". A fine album sia giunge al dunque... Cosa mi è rimasto di questo ascolto? Sicuramente mi aspettavo molto ma molto di più, resto soddisfatto dalla musica, veramente ottima, anche se fondamentalmente diversifica poco o nulla come stile durante tutta l'opera, alcuni album storici ci insegnano come intermezzi seppur molto brevi siano capaci di far staccare la spina e siano essenziali nella riuscita di un disco come presa sull'ascoltatore. Prendo in esame ad esempio un'opera totalmente agli antipodi come Master of Reality dei Black Sabbath, in cui brani come Embryo o Solitude o Orchid siano insostituibili poiché capaci di spezzare l'atmosfera.

Molto bravi anche i cantanti, in modo particolare la voce femminile, questo duo di Galatina ha sicuramente delle potenzialità ancora inespresse, ne sentiremo parlare.

Consiglio comunque l'ascolto del disco, voto 6,5

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