La polimerizzazione più importante di Klaus Dinger: "La Düsseldorf" + "Neu!". Poca passione per la città in questione.
La linea del tempo è ferma al 1995 quando Dinger si unisce ad un paio di giovinotti musicanti (+ sua madre, che non compare in questa uscita), ovviamente, da Düsseldorf. Insomma, tutte le strade non portano più a Roma...
Fatto sta che la Germania si dimostra ostile nel produrre e distribuire in quel periodo, ragion per cui deragliano per forza di cose in Giappone, paese in cui usciranno la maggior parte (se non tutte) delle uscite e si svolgeranno i tour promozionali.
La composizione e la registrazione sono assai veloci e spontanee, riuscendo a stabilire l'uscita di questo primo album per il 1996. E' facilmente intuibile come le caratteristiche degli storici progetti del signor Dinger possano riflettersi anche qui, a distanza di 20 anni; ciononostante ci sono dosi massicce di ventate Dance, dopotutto siamo pur sempre alla metà degli anni '90.
Tre quarti di lavoro lo fa Dinger stesso, avvalendosi del resto della compagine per una traccia soltanto.
Comincia la seduta di ipnosi... EIN ZWEI DREI VIER... e partono pure i flashback con "Hero '96", che tra titolo e testo non può che ricondurci a "Hero" direttamente da "Neu! '75". Una vera e propria traccia guida: la linea di basso che si intensifica esponenzialmente con il passare degli imponenti 23 minuti traccia il percorso che verrà seguito.
Cambia già tutto con "Mayday '95", praticamente una ballata, a metà tra lamento e canzone per l'amata, con un testo scarno e un ritornello pari-pari a "Dear Prudence" dei Beatles. Il brano che non ti aspetti.
Finalmente entrano in scena anche gli amici per "D.- 22.12.95", una jam session di oltre mezzora, che tra l'altro nemmeno doveva essere inclusa. E invece hanno fatto più che bene!!! La macchina giusta per un bel giro in solitaria per le autostrade in notturna; una sorta di Kraut-Dance cosmica, scortata da notevoli chitarre e base ritmica ossessiva, come detta la tradizione. Ritorna ancora la ballata in versione più acustica possibile e lunga il doppio, "Mayday '96", dove Dinger sussurra, più che cantare, lasciando spazio anche ai docili mormorii di Victoria Wehrmeister. La giusta traccia per la fine del viaggio in autostrada, alle luci dell'alba... sedile disteso nell'auto vuota, finestrino leggermente abbassato a lasciar entrata la prima brezza mattutina e dritti a fare bei sogni.
"Per voi e per gli amici..."
Carico i commenti... con calma