Una merda.

E scusate se inizio questa breve recensione sull'ultima "fatica" dei Lacuna Coil con un epiteto così poco elegante... ma cazzo è la verità. E lo ripeto. Una merda.

I Lacuna Coil, per chi non lo sapesse (e dopo questo disco può anche non saperlo) sono un gruppo gothic metal milanese, attivo dalla metà degli anni '90, e finora aveva sfornato ottimi lavori (per chi non ce li avesse, consiglio "In A Reverie" e "Comalies"). E siccome l'ultimo, "Comalies" appunto, era datato 2002, anche un cieco non avrebbe visto l'ora di posare le mani su "Karmacode". Bene: che il cieco continui pure la sua vita, senza rancori e senza problemi, perchè questo è UNA MERDA CON LA M MAIUSCOLA.

Analizzo molto brevemente 'ste cazzo di canzoni... L'orripilante oggetto si apre con una canzone di nome "Fragile", che a dispetto del nome è una canzone interamente cantata in inglese, e tutto sommato non è male, anche se è una solita canzoncina gotica, senza particolari idee o geniali trucchetti, che avevano contraddistino già "Comalies". Diciamo che questa è una traccia che può tranquillamente essere ascoltata da un fottuto mio coetaneo pazzo per quei culatoni dei Blue o di Jesse McCartney... La seconda canzone, "To The Edge", è particolarmente disgustanda, o disgustosa che dir si voglia. Le tastiere in primo piano conferiscono alla canzone il tipico suono di degenza ospedaliera, ovvero uno che passa una giornata a casa e una in ospedale e ne ha le palle piene di sentire sirene e rumoracci vari. Il primo singolo estratto, "Our Truth", mi ha lasciato basito, perchè qui i sei della "Spirale Vuota" imitano al 250% quel gruppetto simil-pop che si chiama Evanescence: stessi riff, Cristina Scabbia che in apertura di canzone fa addirittura i coretti da stadio (brrr) e un finale che non ho capito se hanno sfondato una tastiera con una scorreggia o se è il loro manager che porta il cocco col carrellino cigolante da ambulante. Scusate le critiche, ma veramente non si possono accettare lavori così.

La quarta traccia che si chiama "Within Me" è una ballatona del cazzo e appena la sento mi vengono i brividi: una chitarra classica in primo piano e giusto per essere tanto originali il ritornello col sottofondo gotico. Cazzo. "Devoted": questa è una canzone discreta, non di più, terribilmente uguale ad altre dodicimila canzoni dei Lacuna, però l'inizio ha un tono cupo e finalmente gotico che mi è piaciuto abbastanza. Arriva poi una strumentale (giusto perchè ne sentivamo la mancanza) dal titolo "You Create", sapore orientale in apparenza, io ho sentito invece un grosso sapore di già-sentito-e-ha-rotto-i-coglioni-abbastanza. E qui mi è venuto da ridere: "What I See" è la copia spudorata di "You Create", solamente il chitarrone diventa "gotico" e questo è veramente mooooooooolto trash e se spendono un bel mucchietto di soldi per produrre cd così, è comprensibile che dopo in Italia vendano solo ventimila copie sul milione e mezzo abbondante totale. E cazzo.

L'ottava canzone è "Fragments Of Faith". Alcune voci lo davano come secondo singolo estratto dopo "Our Truth", e finalmente la bella Cristina & co. hanno usato il poco cervello rimasto lasciandola lì, al suo posto. Almeno una cosa fatta giusta, perchè è decisamente orripilante come traccia. Ed ecco, signori e signore, che il disco completa la sua involuzione e precipita duecento cinquanta metri sotto il livello dell'accettabile. Ma perchè, dico io, se i fottuti dischi precedenti li avete fatti di otto, nove, dieci canzoni, cazzo di Budda, non avete più idee? e allora lasciate stare, Dio santissimo amorevole! Già il disco è pessimo volete proprio sotterrarvi eh? Contenti voi... se farete altri lavori così non vi tirerà fuori più nessuno, anche perchè sareste talmente fondi... Il quadrilatero "Closer", "In Visible Light", "The Game" e "Without Fear" è proprio un quadrato, nel senso che ha tutti gli angoli e i lati uguali, tutto precisamente perfetto, peccato che non sia una canzone, sono quattro, e la sanità mentale dei nostri milanesi va a farsi fottere.

Perfetto, si è arrivati alla fine ed io con il mio bel Creative da 30 gb in mano, le lacrime agli occhi per aver appena assistito al declino di una band che ancora teneva alto l'onore italiano nel mondo, mi ascolto rassegnato la ciliegina sulla torta che in realtà la canzone non è neanche loro, si tratta della cover di "Enjoy The Silence" dei Depeche Mode, e devo dire, stavolta sì, che è una canzone riletta abbastanza bene, con un deciso tocco gotico, e che mi è veramente piaciuta.

CARI LACUNA COIL, PERO' NON MI PUO' PIACERE UNA CANZONE SU 13! CAZZO! GUARITE! That's all for this... (alleluia, ora potrete scatenarvi su questa mia terza recensione).

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