Torino, 9 Novembre 2010, ore 17:30. Ecco il sottoscritto entrare in Torino ed affrontare il noioso traffico che dalla Tangenziale si propaga verso i Corsi principali. La mia poca furbizia mi impedisce di parcheggiare l'autovettura in prossimità del Palaolimpico, pertanto occorre attraversare alcuni isolati prima di giungerci davanti. L'atmosfera generale cittadina è rilassata e nulla sembra presagire l'ingresso della quasi esordiente Stefani Germanotta nel capoluogo piemontese. Tale presagio viene prontamente smentito dal caos creatosi davanti agli ingressi del Palasport Isozaki, con lunghe code, i soliti banchetti con magliette e altri prodotti non ufficiali dedicati al protagonista dell'evento, agenti di polizia, volontari di pronto soccorso....Chiunque non sia a conoscenza del concerto di Miss Germanotta si accingerà sicuramente a sospettare l'arrivo di un vero e proprio Big del music biz, con all'attivo una quantità non indifferente di album e hit singles, insomma un artista dalla lunga e invidiabile carriera. Eppure qui stiamo discorrendo di una semi esordiente, la quale non può vantare neanche due lavori in studio (il più recente The Fame Monster sarebbe un EP).
La sopra menzionata ressa davanti allo Stadio fornisce già di per sè una fondamentale dimostrazione dell'enorme popolarità che GaGa ha conquistato in soli due anni dal debutto. Ma proseguiamo oltre ed entriamo nel vivo della serata made in GaGa.
Lo spirito germanottiano prende lievemente forma con l'esibizione live dei Semi Precious Weapons, band glam rock chiamata ad aprire lo spettacolo, con il front-man strategicamente abbigliato femmineamente, completo di tacchi a spillo, giacchetta borchiata, abitino sfrangiato, performante brani, a dir la verità, simpatici ed incisivi. Peraltro con il tentativo (abbastanza riuscito) di scaldare la già accomodata e accomodante folla con ansimazioni e urletti inneggianti alla più celebre Lady. Il pre-spettacolo dei Semi Precious Weapons mostra a priori il contenuto altamente kitsch, glam e folle del "Monster Ball Tour", lo stesso che da 12 mesi sta infiammando gli stadi di mezzo mondo. Italia compresa.
Lo spettacolo gaghiano inizia bruscamente, quasi inatteso dagli stessi ospiti del PalaIsozaki, con l'assordante e coinvolgente videoclip di Dance In The Dark, appositamente creato per il tour, fungendo da eccitante preludio discotecaro alla canzone. Ed ecco, su una pedana, Miss GaGa, giacchetta viola, modaiolo e stravagante come non mai, capelli lisci dorati (ed una lieve ricrescita castana), performare il brano iniziale, tra gli strepiti ed i deliri gioiosi degli accorsi allo show. L'atmosfera, già warm, si scalda quasi all'ebollizione e Stefani, ora visibile perfettamente, presenta il suo corpo di danza ed una scenografia artistica richiamante lo stile dei club, con luci e laser colorati, scritte luminose, scalette, travi. L'artistica scavata nel più spavaldo kitsch è completata dalle performances di Glitter And Grease e della sua prima hit Just Dance, prima della quale Miss GaGa aveva aperto il cofano anteriore di una bizzarra auto fatta pervenire sul palco, iniziando a suonare una ipotetica tastiera contenuta al suo interno. The Fame vede la cantante italoamericana cimentarsi con una chitarra elettrica che strimpella senza pietà, distorcendo volutamente e parossisticamente il sound generale.
Ma è lo scandaloso Exorcist Interlude, chiacchieratissimo clip separatore, che contribuisce ad elevare all'unisono il boato dei "Piccoli Mostri": ecco Lady GaGa, abbigliata chich, tuttavia con gli arti inferiori assurdamente opposti al tronco, seria, inflessibile, accompagnata da un remix/reprise di Dance In The Dark. Improvvisamente la repentina comparsa di una strana figura femminile che si autoprovoca un vomito glitterato azzurro e che rivolge verso Miss Germanotta. Scandalos, nevvero? E poi: GaGa che divora un cuore sanguinante (sicuro riferimento alla frase He ate my heart del brano Monster, ndr.), GaGa, quasi fosse una statua, modificata e fasciata da un curioso omino...
La seconda tranche dello show riapre le danze in senso figurato con Stefani Joanne Angelina, abbigliata con uno stravagante abito plastico trasparente ed un velo bianco, che giunge con il suo staff di ballerini su una futuristica rotaia sulle note di LoveGame e Boys Boys Boys. Ivi GaGa si assenta per poco, lasciando la gestione dello show ai ballerini, per tornare successivamente, con un lungo e scuro (e truzzo) trench, a performare Money Honey, alla mano una futuristica tastiera triangolare. Le coreografie crescono di teatralità ed il coinvolgimento emotivo degli spettatori è alle stelle, specie con l'esibizione di Telephone, a mio dire la vetta più alta raggiunta dall'artista: le performances danzerecce e la voce graffiante di GaGa mostrano in un gustosissimo connubio di musica e spettacolo à la mode di Madonna, palesissima musa ispiratrice.
L'intimità tra Lady Germanotta ed i suoi fans sta per salire sul punto di massimo parabolico: con la proposizione della romantica ballata Speechless e del probabile brano del album futuro Born This Way (annunciato pure da GaGa stessa durante lo show) You And I, l'atmosfera caotica dominante finora si placa, e lo show assume tratti lirici e malinconici. Attraverso l'ausilio di un pianoforte dal quale paradossalmente fuoriesce una lingua di fuoco, Miss GaGa si prodiga di comunicare con i fans, di esplicare temi quali libertà, amore e vita, di spiccicare qualche vocabolo italiano (Piccoli Mostri, nostrana traduzione del più cosmopolita motto gaghiano Little Monsters), oltre che parlare del suo amore verso il Bel Paese (ci mancherebbe, è italoamericana!), delle sue radici italiane, del nonno recentemente scomparso che, educatamente, impediva educatamente alla famiglia di toccare cibo prima di mettersi a tavola composti.
Sono gli attimi più commoventi e romantici dello spettacolo, la bravura della Lady al pianoforte, la sua tonalità vocale ruvida e profonda sono sono due degli elementi atti a conferire a queste poco roboanti performances unanime positività. Colpisce peraltro la capacità dell'artista, tengo a ribadire semi esordiente, di comunicare efficacemente col pubblico e di coinvolgerlo attivamente all'interno dello show, talento che sicuramente risulta un punto a favore della sua prosecuzione di carriera.
So Happy I Could Die permette a GaGa il recupero di abbigliamento stravagante, ossia un look da fata truzetta con tanto di alucce, terminando di fatto la seconda parte delle performances.
L'ultima fase dello show è pienamente incentrata sul tema della "mostruosità" della fama e della stessa esistenza vitale: l'esecuzioni di Moster, Teeth e della celeberrima Alejandro prevedono come scenografia una spettrale ambientazione horror con tanto di spettrali alberi spogli. La hit delle hit Poker Face permette un'esplosione bestiale di consensi, tanto quanto la bizzarra Paparazzi, durante la quale Miss Germanotta combatte persino con un finto enorme pesce mostruoso sprizzante luci colorate e ondeggiante verso il centro del palcoscenico.
L'attesa per il gran finale è goduta con la visione sugli schermi dei fans ammassati sul parterre, urlanti, gioiosi, cartelloni inneggianti la star alle mani, gadget tarocchi della stessa sventolanti. Ed ecco la regina dei club Bad Romance, ecco GaGa su un originalissimo giroscopio roteante, ballerini e coreografia all'estrema iperbolizzazione, tutti intenzionati a rendere lo show unico ed irripetibile. Al termine, senza marchingegni, stratagemmi e trucchetti meccanici, la signora Germanotta scende umilmente dal lato posteriore del palco, i suoi danzatori devono proseguire per poco estremi e ardui balletti, prima dell'eclissi totale.
Lady GaGa: amore oppure odio. Non esiste alternativa. Esiste tuttavia un eccelso talento di performer ed entertainer assolutamente sconvolgente per una quasi novellina. Il fan di Madonna che è in me urlerebbe allo sdegno ed al plagio della Stefani verso la Ciccone: palese è l'ispirazione alla Queen of Pop nelle movenze, nella teatralità dello spettacolo, concepito al pari di quest'ultima come un'opera d'arte da esportazione. Ciononostante GaGa deve fare ancora molta strada, al fine di intravedere minimamente le vette raggiunte da Miss Ciccone; sicuramente la visione del Monster Ball Tour a Torino è la conferma della grande volontà di rinnovamento, di maturazione e di evoluzione positiva da parte della Lady, intesa a recuperare la "camaleonticità" della sua superiore.
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