Altro disco per collassi mentali notturni: lei è una sister of night, lui è un alchimista del beat impossibile. La loro concezione di funk ed interventi jazzistici su basi minimal elettroniche è impalpabile, anche quando il ritmo è più frenetico rimane nell'aria un aspetto di intimità avvolgente, forse merito della voce femminile, bassi dub, un fitto tappeto poliritmico dispiegato per tutta l'opera, loop e campionamenti da safari lunare (e non sono gli Air), la loro musica è un codice del sonno, ma troppe le varianti galattiche, troppi i ronzii di rumori alieni per farci una dormita davvero rassicurante, anche perche questa elettronica così ammaliante e suadente è profondamente personale e originale.

E' decifrabile in loro il desiderio di non avere identità, ed è decifrabile in loro anche il desiderio di purezza, di non avere contatti né con l'industria lercia né con i critici e gazzettieri vomitevoli che infestano il business, per questo anche io (pur non essendo grazie a Dio un fottuto critico del cazzo) mi faccio già da ora da parte in punta di piedi.

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