Quando si parla dei grandi capolavori del gothic si citano sempre gli stessi titoli, a torto o ragione: "Wildhoney" dei Tiamat, "The angel and the dark river" dei My Dying Bride, "Draconian times" dei Paradise Lost, "Viva emptiness" dei Katatonia, anche se per quest'ultimo ci sarebbe da fare un discorso diverso. Ma la lista non si ferma quì e molti altri lavori, soprattutto degli anni '90, vanno ad ingrandire la categoria. In questa non ho mai sentito "Forever autumn", il quarto lavoro degli svedesi Lake Of Tears, band che già dal nome lascia comprendere le proprie peculiarità.
Il disco in questione è a detta di molti il masterpiece dei LOT, il capitolo meglio riuscito di una carriera che non li ha mai visti decollare del tutto. "Forever autumn" possiede tutte le caratteristiche di quei lavori da cui oggi mi tengo a debita distanza, ma ha anche una sua anima di fondo che lo rende unico, semplice, diretto, allo stesso tempo differente da tutte le collassate di gothic odierno. In FA c'è l'atmosfera decadente e intimistica, ci sono i testi riflessivi e sognanti, ci sono le composizioni lente, le ballate "notturne", i violini, i comignoli fumanti nella nebbia, le chiese diroccate, c'è tutto quello che vi pare. Ma c'è soprattutto un'attitudine spoglia dagli orpelli del manierismo ormai dilagante, nonostante l'opera in questione non sia poi così lontana nel tempo (siamo nel 1999).
Ogni elemento è al suo posto e la semplicità regna su tutto: qua e là fanno capolino le tastiere, gli archi, le polverose chitarre acustiche, ma tutto rientra nei limiti di un "pudore" musicale sopportabile. Elementi che si uniscono in un matrimonio perfetto nella titletrack e nella splendida "The homecoming", pezzi essenziali di gothic rock d'annata. A rendere ulteriormente avvincente la proposta della band di Boras (Svezia) è una produzione "vintage" che rende i suoni ovattati quanto basta per dare un tocco "d'antichità" a songs già di per se proiettate nel passato. Come non citare l'incipit incantevole dell'opener "So fell autumn rain" e poi il prorompere abrasivo della chitarra? Così come la rabbia sotterranea di "Demon you / Lily Anne", per finire con gli umori cangianti della conclusiva "To blossom blue".
"Forever autumn" è un lavoro davvero degno di nota, pregno di semplicità, senza inutili ornamenti di tecnica fittizia, senza abbellimenti fini a se stessi. Tutto quello che è contenuto in questo cd è essenziale a se stesso e traccia dei fili che molte realtà degli ultimi anni dovrebbero studiare e capire. Dall'aggressività mascherata di pezzi come "Pagan wish" e "Come night I reign" ai ritmi più ragionati di "Hold on tight", senza dimenticare i titoli già citati. "Forever autumn" è un lavoro che fa dell'essenzialità la sua forza, senza indugiare in partiture complesse, ma possiede anche tutta la forza emozionale di un album gothic psichedelico, dai contorni folk. Suoni nostalgici, perduti, autunnali...
Disco da riscoprire.
1. "So Fell Autumn Rain" (5:22)
2. "Hold On Tight" (4:06)
3. "Forever Autumn" (5:55)
4. "Pagan Wish" (4:23)
5. "Otherwheres" (3:55)
6. "The Homecoming" (5:17)
7. "Come Night I Reign" (3:51)
8. "Demon You/Lily Anne" (4:22)
9. "To Blossom Blue" (8:15)
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