Voce flebile, delicatissima. Una melodia magnifica e un ritmo che coinvolge, muove da dentro. A tratti i Lali Puna ricordano i loro connazionali Notwist, c'è qualcosa dei Frou Frou, nella voce e nelle sonorità flebili, ma le aperture dei ritornelli hanno qualcosa di veramente magico. Un'elettronica Indie deliziosa ma significativa, da club arty newyorkesi, musica notturna. La voce è femminile, c'è un aleggiare di Beth Gibbons e Karen O, ma il timbro è initmistico e personale tanto da essere riconoscibilissimo.

Questo è il disco della consacrazione per i Lali Puna, un disco davvero bello che trova il suo apice sconvolgente in "Grin And Bear" davvero una delle migliori canzoni che io abbia mai sentito, con un intercalare di batteria supportato da un basso minimalista, una chitarra che trova giusta collocazione con il suo semplice ed efficace riff che ricorda vagamente quello di "Maps" degli Yeah Yeah Yeahs. Magnifica.

Disco caldamente consigliato a tutti. Sì proprio Tutti...

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