Dieci oppure quindici anni fa ogni nuova uscita della Morr Mudic a un certo punto era diventata un vero e proprio evento nel panorama della musica indipendente. L’etichetta berlinese impose sulla scena alternative una propria estetica e un proprio sound, basato su di una elettronica minimale e derivati e combinata a un certo gusto per la musica wave, che giustamente attirarono l’attenzione della critica e attirarono un robusto seguito di appassionati. Del resto la qualità delle produzioni dell’etichetta erano qualitativamente ottime e allo stesso tempo facili e accessibili a tutti. Tra i diversi artisti proposti negli anni alcuni poi sono diventati dei nomi universalmente riconosciuti nel genere e hanno proseguito e continuato a ottenere una ampia fetta di pubblico anche quando è finita l’epoca d’oro della Morr Music che sebbene abbia continuato a proporre nuova musica non ha sicuramente più lo stesso seguito di un tempo. Tra questi i vari B. Fleischmann, Electric President i Radical Face, i mum, Soley, Tarwater...

Ma la band migliore del roster dell’etichetta sono sicuramente sempre stati i Lali Puna di Valerie Trebeljahr e Markus Archer (il frontman dei Notwist), una band che riusciva a combinare e spingere al massimo ognuna delle caratteristiche tipiche del sound e dell’estetica dell’etichetta e forse di conseguenza anche quella che poi ha storicamente ottenuto più seguito e riconoscimenti.

L'ultimo disco dei Lali Puna era tuttavia stato pubblicato l'aprile 2010 (ovviamente su Morr Music), praticamente più di sette anni fa e la band era in qualche maniera finita nel dimenticatoio: il loro ritorno giunge così inatteso e allo stesso tempo con delle novità rilevanti che potrebbero fare pensare a una perdità per quello che riguarda la qualità della musica della band ma invece no.

'Two Windows' è infatti il primo disco scritto e registrato dalla band senza la collaborazione di Markus Archer, che ha abbandonato il progetto per dedicarsi a tempo pieno a i Notwist. Dire che oggi i Lali Puna siano per lo più una specie di progetto solista di Valerie Trebeljahr non è del tutto sbagliato di conseguenza, anche se l'addio di Archer non ha comportato anche quello di altri due storici membri del gruppo come Christian 'Taison' Heiss e Christoph Brandtner.

Definito come un disco più orientato verso una certa dance-floor rispetto al passato, 'Two Windows' riprende il discorso laddove i Lali Puna ci avevano lasciato. La title-track si caratterizza per la inconfondibile interpretrazione di Valerie, derivativa dall'esperienza de i Kraftwerk. Gli arrangiamenti minimali si combinano tra di loro in un sovrapporsi di loop e di percussioni remixate. 'Deep Dream' applica una elettronica minimalista mescolata ad atmosfere che oggi qualcuno chiama 'dreampop' e che sono state abusate oltremodo da progetti come Beach House oppure Cigarettes After Sex. Evidenti qui come altrove ('Bird Flying High', 'The Bucket') i rimandi sul piano emozionale a una certa musica wave (Joy Division, New Order... fino a i Pet Shop Boys nel caso di 'Everything Counts On') e le atmosfere cinematografiche tipiche ('Head Up High' in collaborazione con Radioactive Man ovvero Keith Tenniswood de i Two Lone Swordsdmen) che fanno pensare a certe ambientazioni nello stile di Nicolas Winding Refn e le composizioni (sicuramente più complesse) di Cliff Martinez.

'Come Out Your House' e 'Bony Fish' hanno degli arrangiamenti più sofisticati e apparentemente complessi: le atmosfere ricreate ricordano molto alcuni degli episodi di Blixa Bargeld in collaborazione con Teho Teardo oppure quelli precedenti con Alva Noto. 'Her Daily Black' è una traccia dub-step in quello stile che oramai propongono da dieci anni i Radiohead; 'The Frame' (in collaborazione con Dntel aka Jimmy Tamborello) è un episodio di indietronica pop e che con 'Wear My Heart' propone forse le principali attitudini e sensibilità della band e che idealmente a casa i suoi ascoltatori.

Il mio giudizio finale su questo disco nel complesso alla fine è sufficiente. Tutto sommato positivo. Penso che forse chi sia più addentro a determinate sonorità nello stile indietronica potrebbe apprezzare questo lavoro sicuramente più di me. In ogni caso sebbene non ci si trovi davanti a un capolavoro e questo non sia il migliore disco del gruppo e non si avvicini neppure forse ai fasti di 'Faking the Books' del 2004, è indubbio che nonostante Markus Archer, il ritorno di Valerie e della band sulle scene sia qualche cosa da considerare positivamente e che potrebbe aprire per l'artista di Monaco di Baviera nuovi orizzonti e prospettive. 'Two Windows': ci sono due finestre. Quando se ne chiude una, puoi sempre aprire l'altra.

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