Cattivo. Ecco cosa ho pensato subito dopo che è finita la prima traccia di New American Gospel (N.A.G). E dopo è stato ancora peggio. La cosa "buffa" è che ritenevo già sufficientemente incazzoso l'ultimo album, quell' "Ashes Of The Wake" che ancora adesso, a distanza di un anno dall'uscita, non mi stanco di ascoltare. E invece... invece qui la rabbia è più diretta, più malata, fatta di sfuriate pazzesche, penalizzate a mio parere da una qualità di registrazione non eccelsa (il suono della batteria mi sembra un po' piatto...) e da un cantato a tratti ancora inesperto, ma con potenzialità che verranno efficacemente messe in luce nei successivi lavori.

Non ci sono troppi passaggi tecnici, a cui ci hanno abituato già dal secondo studio-album (basta sentire "Ruin", la prima cartuccia slayeriana che spareranno in "As The Palaces Burn" per rendersene conto), anche se il batterista di certo non scherza. Infatti le pelli sono messe in primo piano, forti di passaggi tecnici e originali ("Confessional" inizia proprio con un curioso ritmo a cui si lega poco dopo il basso e infine le chitarre).
Una cosa che ho sempre apprezzato dei Lamb of God e che ora posso constatare quanto fosse una loro caratteristica sin già dagli esordi, è il continuo cambiamento ritmico e "melodico" all'interno di un singolo brano in modo, a volte, imprevisto: tale "marchio di fabbrica" si ritrova bene o male in tutti i pezzi di N.A.G, in particolare in "In The Absence Of The Sacred", "Terror And Hubris In The House Of Frank Pollard, "Pariah" e "O.D.H.G.A.B.F.E." (fantasiosi i titoli, eh?!).

Nel voler cercare un'influenza per il suono di questo gruppo si finisce inevitabilmente coll'indicare i Maestri della cattiveria (qualcuno ha detto Slayer?) ma sarebbe ingiusto, e diavolo se non lo è, ridurli a cloni o scialbi imitatori di Tom Araya e soci. Magari in questo primo album le differenze non sono così marcate (escluso il fatto che qui urla squillanti non se ne sentono, ma solo growl catarrosi) perciò l'unico consiglio che posso darvi è ascoltare i lavori successivi per prendere atto della notevole evoluzione stilistica di una band (purtroppo poco conosciuta in Italia) giovane e senza niente di meno di altri gruppi, magari più blasonati ma che hanno dimenticato per strada la coerenza (Metallica, Slipknot ecc.)

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