"Damaged" riprende il discorso interrotto 4 anni fa da "Is A Woman" con quello che molti hanno giudicato, nella sua scarnezza e nel suo minimalismo, il lavoro più maturo dei Lambchop. La musica dei Lambchop, che solo in parte la definizione "alt-country" riesce a descrivere, ritrova il percorso di un classicismo assolutamente originale (scusate l'ossimoro, ma davvero non si possono evitare quando si parla di Lambchop), in cui il dialogo strumentale tra pedal steel e pianoforte, le incursioni delicate di archi e fiati, la voce monotonica (e mai monotona) di Kurt Wagner trovano la perfetta sintesi.

In tutto questo le liriche poetiche e disarmanti di Wagner hanno un ruolo sempre più importante, capaci davvero come non mai di emozionare e coinvolgere. Storie di ordinaria provincia, di personaggi a loro modo rassegnati ai drammi quotidiani, narrate con un lirismo e una poesia davvero uniche nel panorama musicale contemporanea. Verrebbe voglia di tirare in ballo paragoni ingombranti, di gente che davvero ha fatto della musica una nuova forma di poesia, ma farlo sarebbe un torto a Wagner, che ormai si è emancipato dai maestri ed è divenuto lui stesso un termine di paragone per gli altri. In tutto questo è fondamentale la forma canzone dei Lambchop, che è qualcosa di assolutamente nuovo nella musica pop moderna, rifugge gli stereotipi della strofa-ritornello, a favore di strutture molto più complesse che permettono però di valorizzare lo svolgimento della melodia e della narrazione.

In questo nuovo lavoro i Lambchop recuperano un po' il meglio della loro produzione, affiancano alle morbidezze di "Is a Woman" (sicuramente il lavoro più vicino a questo), i suoni più orchestrati e quasi pop (forse troppo) di "Nixon" che aveva conquistato tanti, ma fatto storcere il naso ad altrettanti, fino al più convenzionale country di un lavoro minore, seppure pregiatissimo, come "What Another Man Spills". Si è parlato di autoreferenzialità e di eccessiva ripetitività, e non sorprendetevi se qualcuno, magari voi stessi, ad un primo ascolto, penserete che è difficile distinguere una canzone dall'altra. È solo che ci siamo abituati alla convenzioni sonore della musica da grande pubblico, e rimaniamo sempre un po' spiazzati da chi le rifugge. Vi servono solo una stanza vuota, un paio di buone cuffie e 45 minuti del vostro tempo, per capire che qui siamo davvero su altro livello. Ciò che rende davvero preziosi i Lambchop è la loro capacità di non deludere, di essere una rassicurante certezza in un panorama così instabile. Kurt Wagner ed i compagni di viaggio che di volta in volta si sceglie, non hanno bisogno di stupire, di inseguire sonorità esotiche e nuove sperimentazioni. Perchè hanno trovato da tempo la loro strada, mai scontata e sempre sorprendente per classe ed eleganza.

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