Di Lana Del Rey in questo 2012 si è detto di tutto. Dalle labbra rifatte alla disastrosa performance al Saturday Night Live. Che la ragazza non sia del tutto esteticamente naturale o che la sua esibizione al famoso programma televisivo sia stata un flop, è un dato di fatto. Ma è anche vero che la cantante in molte altre occasioni ha impressionato. E del suo aspetto fisico ce ne può fregar di meno.

Dopo l'esordio poco fortunato con il nome di Lizzy Grant, la cantante pubblica il suo secondo album il 30 Gennaio del 2012, intitolandolo "Born To Die".

L'album inizia con l'omonimo singolo che già dà prova di quanto la Del Rey di potenziale ne abbia. Ottima canzone, videoclip altrettanto intrigante. Il merito in particolare và alla voce malinconica e originale della cantante.
"Video Games" resta sicuramente la canzone più valida dell'intero album. Primo singolo e trasportatrice di successo per la Del Rey, Video Games và riconosciuta non per il singolo radiofonico al quale il pop ci ha abituati negli ultimi anni, ma per il valore di qualcosa di più grande, di molto più profondo.

"In Off to the Races" Lana aumenta i ritmi, creando un'ottima canzone a tratti su ritmi trip-hop. Tentativo che fallisce in "Diet Mountain Dew". Sarà che alla quinta canzone dell'album le parole "love" e "forever" suonino come qualcosa di già sentito. L'album fa in fretta a riprendersi, "National Anthem" e "Dark Paradise" sono ottimi esempi di ciò che la musica di Lana Del Rey rappresenti. I singoli "Blue Jeans"e "Summertime Sadness" sono canzoni che non incantano ma che fanno il loro discreto lavoro; come la sensuale " Million Dollar Man", l'autobiografica "Radio" e l'inno alle donne che conclude il disco "This Is What Makes Us Girls". La nota dolente rimane "Carmen", canzone che dà l'impressione di voler calcare quanto di buono fatto in "Video Games" ma in modo fallimentare, risultando noiosa e poco altro.

"Born To Die" è l'esempio di come si possa produrre del buon pop, senza risultare banali. Ora tocca alla Del Rey, la scelta è sua. Proseguire per una strada che sarà dura, maturare e lavorare per un album che ricalchi o meglio ancora migliori ciò che è stato fatto di buono in "Born To Die". L'altra strada è più semplice, campare di rendita e produrre canzoni dal basso tasso qualitativo.

Io personalmente spero che la cantate newyorkese non ci deludi.

Luigi "Superbia" Mercantile

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