Sono giunti al loro secondo lavoro i Catanzaresi Land Of Hate, non ringrazierò mai abbastanza Antonio, che per la seconda volta in un anno mi suggerisce questo gruppo che massacra grazie al suo death/thrash violento ed implacabile.

L'intro della prima song ci trasporta nel mondo di "Gener(h)ate", un mondo fatto di violenza e putridume. La prima a devastarci è proprio "Gener(h)ate", una track fatti di tempi veloci, intervallati da mid tempos pesanti come macigni, ottimo il pezzo in pieno stile Sepultura di "Schizophrenia" accompagnata dalla voce cattivissima del cantante che usa parti in screaming e parti in growl rendendo il pezzo in questione ancora più violento. La seconda traccia è "Antination-Antiwar", un pezzo carico di odio che parte alla velocità della luce con un drumming potente e preciso e le chitarre a creare un muro di suono. Si notano influenze black nella track in questione, un pezzo molto tirato che a tratti ci ricorda i Kreator, specialmente nelle parti più veloci. La terza song porta il titolo di "Sudden perversion", qui si passa ad un death molto più cadenzato, le influenze brutal ci sono e si sentono molto benne nella parte centrale del pezzo. Un pezzo questo che in sede live ci costringerà muovere la testa come ossessi, grande il riff centrale, pesante come i Pantera insegnano.

Proseguendo in questo "Gener(h)ate ci troviamo "Raped years", un pezzo che continua sulle coordinate del precedente, un concentrato di aggressivita' e violenza, anche qui si notano le influenza brutal, gran lavoro della base ritmica, basso e batteria viaggiano insieme creando un muro, ottimo lavoro anche da parte delle chitarre e della voce, anche se a dire il vero, questo è il pezzo che mi convince meno di tutti per il semplice motivo che il pezzo in questione e condito da molto accordi aperti che prendono il posto dei palm muting tanto cari al genere. Peccato. L'ultima traccia è un estratto live, la canzone si intitola "Bloodshed" che se non ricodo male, era una delle tracce del primo demo. Niente da dire su questo pezzo, suonato in maniera precisa e violenta.

Ascoltando lavori come il loro, quello degli hatred, Urto, memories of a lost soul, Zora e tanti, tanti altri, non posso che affermare anche io che la scena underground italiana è viva più che mai. Tante ottime band che aspettano solo di essere supportate.

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