Lars Horntveth? Ma chi è costui??? Semplicemente è la mente dei fantastici Jaga Jazzist, ha 25 anni ed è un vero genietto. Polistrumentista dalla grande bravura tecnica e dal grande gusto, con questo "Pooka" ha confezionato uno degli album più belli ed ambiziosi del 2004.
In questo disco ha fatto tutto da solo ad eccezione della sezione archi, ed ha dimostrato come possa esistere una via glitch alla musica da camera. La parte elettronica degli otto pezzi è discreta ed ovattata, e si limita a fare da accompagnamento alle parti suonate; le atmosfere sono sognanti e romantiche, e si ha l'effetto di immaginarie colonne sonore per film ancora da realizzare. Molto distante da ciò che Lars fa con i Jaga, questo disco presenta arrangiamenti in grado di sorprendere continuamente, come nella seconda traccia "The Joker", a mio avviso il picco del disco con i suoi incastri perfetti tra fiati ed archi e i suoi intermezzi di chitarra slide che preludono all'entrata di nuovi elementi nel pezzo. Veramente stupenda anche "Mars Bar", fatta solo di archi, fiati e viola pizzicata, così minimale ma nello stesso tempo così completa. Ma si farebbe quasi un torto all'autore limitandosi a citare solo questi brani... tutto il disco è poesia pura, veramente toccante, e ad ogni ascolto si colgono sempre nuovi elementi, e si capisce come Lars Horntveth , pur utilizzando sempre la soluzione più complessa, riesca sempre a risultare immediato e fruibile (quasi) a tutti.
Il disco è da 5 pieno, l'ascolto consigliatissimo (basta non lasciarsi trarre in inganno dalla copertina, che a mio avviso non è propriamente tra le più riuscite, ma è un opinione personale...).
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