La natura nell'immaginario collettivo viene dipinta come colei che dispensa la vita, nel film è protagonista indiscussa e rappresenta il male con le sue ombre inquietanti, i loculi nelle radici, i fruscii nei cespugli, i suoi animali portatori di cattiva novella.
Una coppia, Charlotte Gainsbourg, Willem Dafoe, si trova ad affrontare con difficoltà la prematura scomparsa del primogenito, lui psichiatra cerca di impartire una terapia alla moglie che dopo la vicenda è sconvolta e preda di continue crisi di panico e ansia, che segna il difficile percorso di accettazione del lutto.
Immagine:Sesso in dettaglio, bianco e nero, mature porn.
Il prologo si apre con una scena di sesso esplicito, con l'uso del rallenty, mentre sulle note di "Lascia Che Io Pianga" di Handel, nel frangente i cun i parents ci danno dentro il bambino si sporge troppo dalla finestra e cade al suolo.
La soluzione per lui sembra essere lasciare la casa di città, trasferirsi qualche giorno nella loro casa di campagna, "Eden" che per tutta la durata del film sara' luogo di gestazione per l'evoluzione dei personaggi. La situazione nel tempo si farà sempre piu' aspra e saranno minime le possibilità per un lieto fine. Molto presto infatti i segni della natura, i piccoli indizi che raccoglie lui mentre cerca di capire da dove proviene lo stato d'ansia della moglie sarà l'incipit del progressivo affermarsi del caos, della follia, dell'orrore, che cambieranno definitivamente l'immaginario dello spettatore e le sue sicurezze da impiegato statale.
Immagine:Donne, pandemonio e genocidio.
Volpi autoflagellate e cerbiatte incinte.
Il film non puo' essere classificato in una sezione di generi, poichè al suo interno contiene più generi, dall'horror psicologico, alla sfera onirica di matrice Lynchiana, fino allo snuffmovie-porno-torture, un gioco che pervade tutto il film, intrinseco di degenero umano fino alla parodia non voluta.
Von Trier mette a nudo tutte le sue più recondite immagini di terrore, i suoi incubi più impressionanti, e se il teatro diceva Antonin Artaud doveva essere sanguinario e inumano come i sogni, i sogni e la sceneggiatura prodotta rappresentano tutto' cio che di piu' diabolico e inumano esiste e ciò che puo' essere messo in atto da una mente disturbata dall'autoamputazione di organi riproduttivi, per arrivare al male fine a se stesso.
Un film che scandalizza il festival di Cannes, una cooproduzione tedesco-danese-francese, diviso in capitoli antisbadiglio, ti lascia con i brividi sul collo per un'ora e quaranta, negando alla tua mente l'immaginazione, tutto da constatare con i propri occhi, mediante l'uso artificioso di telecamera digitale "one red camera" di inquadrature prevalentemente originali, un Horror moderno nel senso buono del termine, che si lascia alle spalle codici Hays e censure andreottiane varie.
Immagine: Iconografia dell'anticristo. Natura come ultimo baluardo di verità.
Per me meno cinestronzate e più horror cazzuti psico-traumatologici.
Rimane a voi scoprire se ce l'hanno fatta a salvare il loro matrimonio...
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