Scoperti da pochissimi giorni; grazie ad un ascolto di uno di noi.

Non molto ho potuto leggere in rete dei Last Rizla; scarse le notizie reperibili.

Provengono da Atene, Grecia. Partiti come trio strumentale hanno poi inserito, se ho letto bene proprio con Mount Machine o con l'EP precedente, un cantante. Che in realtà non canta, ma si scortica le corde vocali con una possente voce colpita da una mortale raucedine.

Tre soli brani; per oltre venti minuti dannosi, letali, che emanano sudiciume e sporcizia.

Heavy-Fuzz-Sludge zoppicante, distorto, vibrante.

Ripetono all'infinito il medesimo riff di chitarra; suoni oltremodo fangosi e ribassati.

Nulla si inventano sia ben chiaro. Un suono già sentito decina e decine di volte.

Ma spaccano letteralmente come accade nell'opener Dive. Sette minuti dirompenti, con un andamento pachidermico, asfissiante, angosciante, malato.

Aleggia nell'ascolto un'aria oscura, fetida. Con la voce strappatissima che rende ancor più grave la sensazione di malassere che incombe. Viene voglia di alzare il volume al massimo: da far venir giù le pareti di casa.

Si ripetono nella successiva Battles: Rambo di un niente più accessibile. Una parte centrale dove dominano gli strumenti; per qualche decina di secondi mollano la presa, rallentano. Le chitarre diventano più lievi, meno rumorose. Sembrano voler rifiatare; per poi lasciarsi ancora andare e riprendere strade vorticose. Un tracimante e nerissimo torrente in piena.

Una delle scoperte migliori del 2019.

Ad Maiora.

Carico i commenti...  con calma