Dopo un concerto alla Festsaal-Kreuzberg, uno dei posti più belli per in cui godersi un concerto a Berlino, mi sono avvicinato rispettosamente a Laura Gibson e, acquistando il suo album “Goners” allo stand (lo avevo già divorato in streaming, ma l’acquisto fisico sancisce il legame finale ed eterno con la musica) dopo averle fatto i complimenti per il concerto appena terminato, le ho spiegato cosa mi aveva portato ad ascoltare questo disco. LA COPERTINA.
Raramente ho trovato una copertina che rappresentasse così bene l’essenza di un disco o un disco che rappresentasse così bene l’atmosfera di una fotografia. Un (cane) lupo alla finestra in un'atmosfera oscura, ma in qualche modo piena di calore. Nel breve colloquio con l’artista, ho espresso il mio apprezzamento per l'immagine. Laura mi ha spiegato essere una foto di una ragazza lituana, Katrina Krepule, una fotografa che fa molte cose interessanti incentrate sul suo paese natio.
Ho strabuzzato gli occhi e ho detto: “Sarò a Riga tra un paio di settimane” e Laura: “Ok, ti va di portare un vinile a Katrina?”. E io, “Certo!” Mi metto in contatto con la fotografa lettone e le chiedo se é possibile avere una stampa della fotografia. Ci accordiamo e ci vediamo a Riga, dove pranziamo insieme, io le dò vinile, lei mi dà la stampa (gliela pago eh, perché l’arte e gli artisti si pagano, sempre) e andiamo, dopo aver vagato per le campagne sperdute nei sobborghi della capitale lettone, a mangiare, in modo molto punk-rock, in un deserto ristorante sovietico nel giorno in cui si celebrava la liberazione della Lettonia.
Da allora, queste dieci composizioni crepuscolari, sempre in bilico tra pianoforte, archi e chitarra acustica, sono diventate memorie di quattro giorni di fredda felicità in Lettonia. E la Lettonia mi é sembrata un posto moderno, oscuro e delicato proprio come questo lavoro. In qualche modo, Laura Gibson mi ha dato la musica che mi serviva per un viaggio, al momento giusto.Ed il viaggio, oltre che corporeo, é stato mentale.
Il quadretto del cane lupo alla finestra ora veglia sul mio giradischi ed é una delle immagini che amo di più. Un giorno, se campo, avrò 60 anni e, guardandolo, tornerò con la mente a quel disco, quel concerto e quel viaggio.
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