Ho sempre riflettuto sul perchè alcuni artisti di talento debbano tirare le cuoia per essere finalmente presi in considerazione dal pubblico.
Abbiamo una vasta gamma di personaggi, nel mondo delle arti, letteratura e scienze, follemente all'avanguardia, fuori dagli schemi e quindi incomprensibili.
Senza fare paragoni assurdi e fuori luogo, nel calderone ci butto dentro anche Laura Nyro, alias Laura Nigro, italo-ebrea di New York.
Cantautrice e pianista di immenso talento, la Nyro negli anni '60 risulta troppo confidenziale e psicanalitica per essere realmente capita e assimilata. Troppo avanti. Probabilmente l'indole di Laura, donna riservata e sensibile, di una timidezza amabile e delicata, non è stata d'aiuto a un planetario successo che non arrivò mai e così rimase artista di nicchia, deliziando pochi palati sopraffini. E naturalmente, dopo essere passata a miglior vita, rivalutata, magari anche da coloro che l'avevano colpevolmente ignorata.
Il suo repertorio è stato saccheggiato senza pudore da cani e porci che si sono riempiti le tasche di denaro e l'ego di gloria con le sue canzoni: in questo album d'esordio, infatti, artisti come Barbra Streisand ("Stoney End"), Fifth Dimension ("Wedding Bell Blues" e "Blowing Away"), Blood, Sweat & Tears ("And When I Die") le hanno rubato gioielli talmente intensi e profondi e appassionatamente intimi che potevano appartenere solo a lei. E' risaputo, il grande pubblico è cieco e ignorante ma i colleghi e, soprattutto, le colleghe di Laura Nyro, mica coglioni sono. Artiste come Fiona Apple, Carole King, Tori Amos e persino lei, Joni Mitchell, hanno fatto della Nyro il loro paradigma o preso spunti qua e là.
In "More Than A New Discovery" si percepisce già il suo immenso talento, la sua poliedricità compositiva e stilistica, l'amore sviscerato per il blues, il jazz e il soul. Malinconiche inquietudini si alternano a impeti di gaiezza giocosa e pervadono le sue liriche spirituali, calde e accoglienti. Il suo stile canoro raffinato, morbido e flessuoso, le valorizza ulteriormente.
Preludio di due capolavori come "Eli And The Thirteenth Confession" e "New York Tendaberry", questa sua opera prima rimane una gemma nel firmamento del cantautorato, musicalmente seducente, originale e ricercato ma spontaneo, privo di stucchevoli manierismi.
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