Il modo migliore per capire la bellezza di questo disco, uscito nel 1969, è ascoltarlo osservando la straordinaria foto notturna di New York ripresa dall'interno di una casa disabitata, contenuta nella copertina. Quell'immagine riassume i contenuti intimi e malinconici racchiusi nei brani dell'album di questa dotatissima cantante e pianista newyorkese.

"New York Tendaberry" è un tesoro sconosciuto che merita di essere riscoperto. Basate sull'uso di una vocalità particolare e su pochi essenziali tocchi di pianoforte, le perle contenute in questo scrigno sono ornate da arrangiamenti orchestrali molto sobri. La Nyro completa l'opera evocando nei brani elementi soul, gospel, jazz e folk. Come se Bob Dylan, John Coltrane e le Shirelles fossero tessere dello stesso puzzle.

Nel disco spicca la voce inquieta, malinconica e passionale della protagonista, punto focale di una musicalità non comune fatta di silenzi, rallentamenti, attese ma anche di improvvise esplosioni e cambi di tempo. Tra i brani vale la pena citare il soul di "Mercy on Broadway", i cambi ritmici di "Tom Cat Goodby", il canto sussurrato di "New York Tendaberry" e la famosa "Save The Country", un brano ecologista sulla salvaguardia dell'ecosistema.

Cullata dalla critica che conta, Laura Nyro, nel corso degli anni non avrà mai un largo consenso di pubblico. Diversi artisti attingeranno dal suo ricco repertorio (Barbra Streisand, Blood Sweat And Tears, 5th Dimension) e varie musiciste la citeranno come fonte d'ispirazione (Suzanne Vega, Tori Amos). La musica di Laura Nyro è tanto fragile e profonda da meritare un ascolto attento e meditato. Unica ed intensa, questa grande artista, merita di stare in cima all'Olimpo delle migliori cantautrici di sempre. Lei, in compagnia di Joni Mitchell e Rickie Lee Jones.

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