Potrei semplicemente racchiudere questa recensione in un solo termine: "come rovinare una canzone italiana". Ma so che sarebbe troppo vago, allora mi limiterò a dire soltanto che, per quanto la Pausini la rispetto come persona, come artista non la sopporto anzi....mi da il voltastomaco. Con canzoni pop smielate cantate da inizio carriera, mi sa che andrà avanti così fino a quando il famoso Marco non tornerà in circolazione....e allora sì che comporrà "La solitudine parte seconda". Ma bando alle cazzate e iniziamo a percorrere questo doloroso e dimenticabile percorso verso i bassifondi della musica italiana:
La titletrack apre le danze: arrangiamenti dei peggiori U2, tuttavia per quanto sta canzone originale di Cocciante non mi abbia mai colpito più di tanto, ammetto che comunque per le radio è anche passabile (ho detto "radio" non "orecchie genuine", e tuttavia più ascoltabile dell'originale). Dopo i sufficienti "Due" di Raf e "Scrivimi" ecco che arriva la peste: la bellissima "Il Mio Canto Libero" di Mogol e Battisti rovinata anche per colpa di quell'imbecille che cantava "tengo la camicia nera", che dopo questa esibizione ti verrebbe voglia di stendere un velo pietoso su entrambi...anzi proprio una "camicia nera". E come se non bastasse anche "Stella Gemella" del buon vecchio Eros "presoamale" Ramazzotti è talmente inutile come traccia che non te la ricordi nemmeno dopo la fine di ogni ascolto. Altri punti bassi del disco lo abbiamo con "Non Me Lo So Spiegare" in compagnia di Tiziano Ferro. Tiziano...ti voglio bene e lo sai, ma cazzarolaaa perchèèèèèè??? Un bel pezzo orecchiabile e gradevole sputtanato in questo modo; a furia di sentirlo in radio viene una voglia di essere Ed Gein e fare una strage di morti con una motosega. Ed ecco che se "Cinque Giorni" non basta a farci pentire di essere nati, con quelle odiose e ingombranti urla nel ritornello (come rovinare una piccola e delicata canzone di Mister Zarrillo) con "Spaccacuore" tocchiamo il fondo: un pezzo pop profondo e in sé carino che diventa...bleah!. "Nei Giardini Che Nessuno Sa"...ce ne era bisogno di toccare questo CAPOLAVORO della musica italiana? Proprio no....quindi sorvoliamo. "La Mia Banda Suona Il Rock"....veramente NULLA DI CHE, già la canzone originale non mi stava a cappello, figurati il "remake" made-by-Pausini. "Anima Fragile" così così, anche se ha permesso ai fan di Vasco Rossi di riscoprirla, dato che sembrava finita nel dimenticatoio. "Quando"......vabbe' lasciam perdere. "Strada Facendo" del caro Claudio Baglioni: non è buono fare di tutta l'erba un fascio, ma questa versione è veramente piatta, un abominio. E per finire "In Una Stanza Quasi Rosa" di (aehm) Biagio Antonacci....(!!!!!) e "Come Il Sole All'Improvviso" di (argh!) Zucchero. Almeno non ha toccato "Diamante" o avrei tirato giù le Madonne a fine Natale.
Di questo pattume salverei solo "Destinazione Paradiso" giusto perché è quella che fa meno pena tra tutte. L'unica stella vale per questa (e sono stato fin troppo buono). E il bello è che un album di cover pop italiane ha successo di marketing perché compare il nome di "Laura Pausini": perché diciamocelo....se fossero state cover di canzoni rock dei Jethro Tull, Nick Cave, Bob Dylan o i Talking Heads e il nome dell'artista fosse stato "Zio Santuzzo" dubito che avrebbe fatto la stessa figura.
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