Butto nel cesso tutto quello che ha scritto Pitchfork. Le finte grida commosse non sono penetrate fino in fondo nella scrittura Murphyana, non ne hanno scalfito la spessa coltre di perfezione.

1) la musica: martellante ta-ta pianistico, incalzante sezione ritmica.
2) il testo: tutto quel che di buono è possibile nel male. Le disillusioni lasciate al passato, la perdita di appuntamenti troppo importanti, la perdita delle ragazze, dell'innocenza, di droghe che promettono e non danno.

Invecchiare. Invecchiare tentando di fare qualcosa che non riesce mai. Allontanarsi da camminamenti sicuri per insistere su ponti tibetani di incertezze, attraversare notti brumose barcollando in una solitudine lynchiana, avvolti da quello di cui sopra. E quel grido, insistito, ripetuto, forzato: "if i could see all my friends tonight".

Semplicemente il pezzo dell'anno
. Semplicemente una amara riflessione sui trentenni, sui venticinquenni e sulle età invisibili di chi si è voltato a cercare gli scontrini di quello che ormai aveva già acquistato per sbaglio.

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