Sono in pausa pranzo ed una collega mi chiede che farò stassera. Anzichè cacciare una balla qualsiasi, le dico che andrò a un concerto (con fare molto vago).
Lei incalza, vuole sapere assolutamente chi andrò a vedere, ed io dopo un pochino, e dopo averla più volte avvisata che tanto in ogni caso non conosce il gruppo, le dico
"Vado a vedere le Luci della Centrale Elettrica"
La tizia sgrana gli occhi e si mette a ridere per due minuti buoni.
"E pensa che non sono un gruppo, è uno solo che suona", faccio io quando la tizia ha smesso di sghinazzare.
Fattostà che poi la sera son li, ha appena finito di piovere e quattro ragazzotti di 14 anni stan facendo da gruppo di spalla in un deserto "Spazio 211".
Arriva un altro gruppo di spalla stile Counting Crows, ma almeno la bassista è molto carina.
Infine, mentre raccatto due costosissime birre annacquate da un banchetto posto ai lati, arriva sul palco Vasco Brondi acompagnato da un violinista ed una violoncellista.
Dall'ultima volta che l'ho visto dal vivo mancano Canali ed anche lo sgabello su cui stava seduto il Nostro.
Vasco sta ritto in piedi in mezzo ai due della sezione archi, si china solo per darci dentro con gli effetti.
Il pubblico segue con religioso silenzio, applaude e sembra piuttosto partecipe.
Il live è di una bellezza disarmante, talmente lontano dalle baracconate indegne a cui si è soliti assistere negli ultimi tempi che si può anche passare sopra ad alcuni aspetti negativi.
Anzitutto, la cover di Fabrizio De Andrè ("La domenica delle salme") viene arrangiata come Piromani o Stagnola (fa lo stesso, per ammissione dell'autore le canzoni sono tutte molto simili) e perde gran parte della sua magia.
Inoltre i pezzi dell'album sono a volte allungati, come il vodka tonic che vasco sorseggia tra un pezzo e l'altro, da parti lette (presumo estrapolate dal libro in uscita). L'effetto "Emidio Clementi" è immediato ed anche imbarazzante, ma tanto molti del pubblico manco sanno chi siano i Massimo Volume percui poco importa.
Verso la fine Vasco scende dal palco insieme ai due strumentisti ed improvvisa un gig in mezzo alla folla. Ci stringiamo intorno a lui formando un cerchio, urla chitarra in mano e senza microfono. Ci crede, io pure ci credo, credo che sia una magnifica realtà ma che come le più belle cose..
Vivrà (artisticamente) solo un giorno
come le rose.
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