Vasco Brondi, classe '85, Ferrara. In arte Le luci della centrale elettrica.

Teoricamente un cantautore, praticamente un solista con alcune sporadiche collaborazione di valore (tra i quali Rodrigo D'Erasmo, Stefano Pilla, Giorgio Canali, Enrico Gabrielli). Teoricamente perché Vasco suona come un' orchestra rock che ha metabolizzato tappeti di spazzatura sotto i nostri piedi, ore e ore a lavorare nei call center, città immutevoli nella loro routine asettica e pomeriggi consumati a sognare una periferia migliore.

"Per ora noi la chiameremo felicità" è il suo secondo lavoro, omaggio nel titolo a Leo Ferrè e naturale continuo dei precedenti lavori: "Le luci della centrale elettrica" e "Canzoni da spiaggia deturpata" che l'hanno consacrato come la next big thing italiana. Peccato che Vasco non abbia dalla sua la consapevolezza della lungimiranza e sia schiavo dei limiti dell'essere minimale (che di per sé non è un così grande handicap).

Le canzoni scivolano lasciandosi dietro strascichi polemici e fardelli a cui ci dobbiamo piegare spesso e volentieri, ma Vasco sembra uno di quei rappresentanti settantini liceali che riescono in poche parole a mettere insieme semplicemente le idee di tutti, con velleità a metà tra il rivoltoso e il disfattista.

Vasco è così: o lo ami o lo odi, ma non puoi fare a meno di dargli almeno un ascolto.

Le sue parole sono bombe pensanti: ti colpiscono e ti lacerano a fondo.

I vicoli della sua musica saranno pure a fondo cieco, ma per ora la strada è perfettamente asfaltata.

Canzoni consigliate: "Quando tornerai dall'estero","Una guerra fredda", "Le petroliere", "Per respingerti in mare","Ragazze kamikaze".

Elenco tracce e video

01   Cara catastrofe (02:55)

02   Quando tornerai dall'estero (03:20)

03   Una guerra fredda (03:49)

04   Fuochi artificiali (02:46)

05   L'amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici (03:50)

06   Anidride carbonica (04:19)

07   Le petroliere (04:22)

08   Per respingerti in mare (04:03)

09   I nostri corpi celesti (02:05)

10   Le ragazze kamikaze (03:44)

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