Con la faccia vicino alle sue belle gambe, a quei piedi che adoro, guardo il cielo dalla finestra e mi chiedo che fine ha fatto la felicità. Con gli occhi sbarrati nel ceruleo perfetto della prima sera, è una rivelazione minima ma assoluta capire che, in questa forma umana, non raggiungerò la purezza che bramo. Ci vestiamo in silenzio, usciamo. I turisti di piazza San Marco sono come le scorie di cui non riesco a liberarmi, ma le voci bulgare seguono le evoluzioni del Kyrie come le ali dei gabbiani seguono le asperità dell’aria, in volo, su, più su, e giù, battendo, o librandosi. Sollevano i miei interrogativi impossibili e rispondono con i loro schietti, strani timbri, eredità di un evo intermedio tra l’inizio del mondo e l’attuale perturbatio magna.

Le voci delle donne colorano le figure di Palestrina, troppo auliche per essere rilevanti in questo evo, col punto croce dei ricami paesani, con le macchie di sudore antico e l’oscurità dello zoccolo duro dell’inconoscibile della natura. Le sfumature sgargianti della loro tradizione possono suonare risibili, sì, ridicole come un uomo nudo è ridicolo, ma dignitose come un uomo nudo può esprimere una vulnerabile dignità. Sorella del più bizzarro “Lambarena” (anch'esso recensito su DeBaser) e presentata con la stessa grafica esocentrica e sparsa, questa Messa beneficia grandemente dallo sporadico intervento di alcuni strumenti e dell’occasionale rilievo prestato da discrete percussioni etniche. Il contrasto che alle voci delle donne fa quella di Ivan Lantos, direttore, arrangiatore ed esecutore, provvede la necessaria varietà.

Come un balsamo, verso il canto sul mio tormento, e le voci mi dicono di Dio e di mia madre, mi profumano d’erba e di latte fresco, mi mostrano che è una mano tozza, consumata dall’acqua, ispessita dal lavoro e che sa un po' di cipolla, quella che mi aprirà la porta del paradiso. La loro mancanza di grazia riflette la mia imperfezione e le loro armonie cantano la sete che ho di un’altra dimensione. Camminiamo mano nella mano. Nelle calli silenziose della prima notte l'acqua sciacca e risacca, facendo fremere le sagome nere delle gondole che gemono incatenate alle briccole. Ed io, come loro. Libertà, libertà per le anime d’angelo intrappolate in un corpo d’uomo!

Elenco e tracce

01   Kyrie Eleison (00:00)

02   Credo 1 (00:00)

03   Credo II (00:00)

04   Musica Seconda (00:00)

05   Credo III (00:00)

06   Sanctus (00:00)

07   Gadulka (00:00)

08   Sanctus II (00:00)

09   Benedictus (00:00)

10   Sanctus III (00:00)

11   Agnus Dei (Introduction) (00:00)

12   Musica Prima (00:00)

13   Agnus Dei I (00:00)

14   Agnus Dei II (00:00)

15   Kyrie Eleison (00:00)

16   Kyrie 1 (Appel) (00:00)

17   Kyrie Eleison II (00:00)

18   Gloria I (00:00)

19   Gloria II (00:00)

20   Gloria III (00:00)

21   Credo (Instrumental) (00:00)

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